«Per favore, chiedo aiuto per mio figlio disabile»
Paola ha 75 anni e non riesce più a sollevare il figlio. I Servizi sociali: «Proporremo una soluzione»
Vera Mantengoli
VENEZIA. Alessandro ha 46 anni e gli piace cantare o ascoltare Radio Birichina. È questo l’unico momento in cui interagisce con l’esterno, facendo dei piccoli versi o movimenti con le mani. Il resto del tempo, da quando ha due mesi, lo passa nel suo mondo che nessuno conosce. Nonostante il suo sviluppo cerebrale si sia fermato, fino a poco tempo fa poteva camminare. Oggi, dopo alcune cadute, è sulla sedia a rotelle e dipende solo dalle cure della mamma Paola che ha 75 anni ed è sempre più preoccupata per lui. Il bambino gigante è alto un metro e ottanta e non è facile spostarlo, soprattutto da quando la signora ha dei problemi alla schiena.
Senza il padre da anni, i due ce l’hanno fatta fino a quando sono finiti tutti i risparmi: «Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti», lei racconta, ha scritto anche alla Regione e ripetuto più volte, «perché non ce la faccio da sola. Il Comune mi ha offerto il servizio per l’igiene, ma a quello ci posso pensare io. Ho bisogno di qualcuno che porti mio figlio fuori a fare una passeggiata, qualche ora al mattino e qualche ora al pomeriggio. Non voglio che lo portino via in una casa di riposo, mi si spezzerebbe il cuore». Il problema è sorto quando Alessandro si è fatto male ed è diventato davvero impossibile spostarlo. Ora la signora si fa aiutare un paio di ore alla mattina, ma il pensiero di quello che l’aspetta la tormenta: «Una volta c’era la cooperativa Ancora», spiega, «che ora si occupa per il Comune dei servizi scolastici. Per l’assistenza adesso c’è Fondazione Venezia onlus, ma non ci siamo trovati bene con l’operatore che seguiva mio figlio. Io ho una pensione di 600 euro, lui tra invalidità e accompagnamento altri 600, ma per pagare due persone o una che venga alla mattina e al pomeriggio non ce la faccio». Avere un figlio disabile senza avere la certezza di una cura, è per la signora un pensiero che non le dà pace, soprattutto da quando Alessandro non cammina più. La signora chiede aiuto per qualche ora alla mattina e per qualche ora al pomeriggio. «Nei prossimi giorni proveremo di nuovo a fare una proposta alla signora», riferisce il direttore dei Servizi Sociali Luigi Gislon, «ma abbiamo messo a disposizione diversi interventi, senza mai riuscire a trovare una soluzione. Ci rendiamo conto che ci vuole un clima di fiducia e speriamo anche noi di venire ascoltati con le nostre proposte».
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