Omicidio o lesioni volontarie, decisione il 13 gennaio
Sarà necessario attendere fino al 13 gennaio del prossimo anno, tre anni e quattro mesi dai fatti, non tanto per la sentenza di primo grado, ma addirittura per sapere se i sei sospettati saranno...

Sarà necessario attendere fino al 13 gennaio del prossimo anno, tre anni e quattro mesi dai fatti, non tanto per la sentenza di primo grado, ma addirittura per sapere se i sei sospettati saranno giudicati per omicidio preterintenzionale o per lesioni volontarie aggravate. In questo caso, la giustizia è stata particolarmente lenta, nonostante i difensori degli imputati non abbiano posto alcun intoppo procedurale. Anzi, hanno chiesto il rito abbreviato davanti al giudice dell’udienza preliminare, evitando così il processo in aula davanti al Tribunale collegiale o alla Corte d’assise e, nel caso di condanna, portando a casa uno sconto di pena di un terzo. Quel giorno, infatti, i periti nominati dal giudice Alberto Scaramuzza, i due medici Carlo Bianchi Bosisio e Antonella Lazzari, spiegheranno se Gabriele Sinopoli sia morto in ospedale a causa dei colpi ricevuti durante l’aggressione (omicidio) o se il suo decesso sia indipendente dalle lesioni provocate sai pugni e dagli schiaffi tirate dai giovani mestrini. Cinque giorni dopo, il 18 gennaio, toccherà parlare al pubblico ministero e ai difensori, quindi arriverà finalmente la sentenza di primo grado.
Paradossalmente i tempi si sono allungati a causa dei dubbi che il difensore di parte civile, l’avvocato Emanuele Fragasso per conto della sorella e della moglie della vittima, ha avanzato sulla morte di Sinopoli. Il pm Stefano Buccini, infatti, aveva già chiesto la condanna a sei anni di reclusione ciascuno per Giuseppe De Simone (nella foto), 23 anni, Marco Seibessi (31), Sebastiano Troiani (28), Antonio Marigliano (20) e Andrea Campagna, (26), tutti di Marghera. e Giuseppe Bartolo, 31 anni, di Zelarino. Accusando tutti di lesioni aggravate. L’avvocato Fragasso, invece, aveva puntato sull’omicidio, presentando una consulenza medico legale. Il giudice veneziano, trovandosi di fronte alla consulenza del pm e a quella con tesi del tutto diverse della parte civile, ha deciso di far svolgere una perizia, in modo da avere una terza opinione scientifica. E ha concesso ai due periti sei mesi di tempo per portarla a termine.
Giorgio Cecchetti
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