Cosa fa la Città metropolitana? Ambiente, viabilità, edilizia scolastica: ma sull'urbanistica è "lite" con la Regione
Il commissario Castelli precisa le competenze dopo le richieste della Regione. Telefonata tra Forcolin e Brugnaro: «Siamo pronti a un percorso comune»

VENEZIA. Il passaggio formale delle consegne che porrà fine alla Provincia e farà nascere la Città metropolitana si terrà il 31 agosto, a Ca’ Corner, a Venezia, che diverrà la sede istituzionale dell’ente.
Ma di che cosa si dovrà occupare la Città metropolitana? Innanzi tutto il consiglio avrà 120 giorni di tempo per elaborare lo statuto, il documento che dovrà regolare la vita del nuovo ente le cui funzioni sono già però state decise dalla legge istitutiva, la legge Delrio.Le più importanti sono la pianificazione urbanistica e la preparazione dei piani strategici, funzioni che però la Regione, per voce del suo vice presidente, Gianluca Forcolin, vorrebbe accentrare a Palazzo Balbi.
«Al momento la legge è chiara», spiega però il commissario della Provincia, Cesare Castelli, «sono competenze che spettano alla Città metropolitana. La Regione esprime il proprio punto di vista, ma dovrà trovare lo strumento legislativo per potersi occupare di queste cose». Con il rischio che un braccio di ferro tra la Regione le Città metropolitana affossi da subito le ambizioni di quest’ultima. Tra l’altro la Regione dovrà battere un colpo anche sulle competenze che facevano capo alla Provincia e che, sempre secondo la legge Delrio, dovranno essere ri-assegnate.
Chi si occuperà di caccia e pesca, agricoltura, sport e formazione, lavoro, disabilità e turismo? Palazzo Balbi ancora non lo ha deciso. Potrebbe essere la stessa Regione, forse la Città metropolitana, o forse i singoli comuni. Un segnale di distensione è arrivato ieri con la telefonata tra Brugnaro e Forcolin. I due si incontreranno dopo Ferragosto per, come spiega il vice-presidente della Regione, «delineare un percorso di lavoro che possa essere costruttivo ed a garanzia delle aspettative del territorio e della Regione Veneto». Ci sono poi altre funzioni di cui, di sicuro, dovrà occuparsi la Città metropolitana, che le erediterà dalla vecchia provincia: sono l’ambiente, la viabilità e l’edilizia scolastica. Tra le ipotesi di cui si è discusso molto in questi mesi c’è anche la possibilità che la Città metropolitana diventi un ente elettivo di primo livello, e cioè che tutti i cittadini dell’ex provincia possano scegliere il loro sindaco metropolitano. Una strada che però è tutta in salita perché possibile solo se il comune capoluogo deciderà di separarsi in almeno due comuni distinti, previo referendum consultivo, e solo con una legge elettorale che dovrà essere discussa e approvata a Roma, dal parlamento. Per molti, compreso il sindaco Brugnaro, l’orizzonte da raggiungere è quello dell’elezione diretta, ma la strada è tutta in salita. Per Brugnaro, che ieri ha twittato «il Fucsia procede spedito e vincente» - facendo riferimento al colore della lista, l’obiettivo è allargare la concertazione sull’area metropolitana coinvolgendo Padova e Treviso.
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