’Ndrangheta, arrestati due avvocati
Inchiesta sul gioco online, il veneziano Andrea Vianello in carcere: l’accusa è esercizio abusivo di scommesse e truffa
di Cristina Genesin
VENEZIA. Uno è in carcere, l’altro agli arresti domiciliari: due avvocati veneti – uno di Padova, l’altro veneziano ma con studio nella città del Santo – sono finiti nei guai nell’ambito dell’inchiesta denominata “operazione Gambling” che ha inferto un duro colpo al gioco illecito online controllato dalla 'ndrangheta.
Un sistema messo in piedi per “ripulire” soldi sporchi, facendoli passare da Malta e da altri paradisi fiscali come Antille olandesi, Panama e Romania, tramite società estere di diritto maltese per esercitare abusivamente l’attività di gioco e delle scommesse in Italia dribblando la normativa fiscale e anti-riciclaggio. I server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione erano piazzati all’estero, aggirando tutti i limiti normativi previsti in Italia, mentre c’era una catena di comando che, da ciascuna sala scommesse nel nostro Paese, convergeva verso i vari agenti di zona fino al responsabile regionale (o provinciale) dell'associazione. In pratica una rete commerciale strutturata gerarchicamente, che ha distribuito provvigioni a cascata ai partecipanti, presente sul mercato web con diversi “siti di casinò” o “circuiti di gambling”.
Il sistema aveva le sue fondamenta nei consigli tecnici dei due legali destinatari dei provvedimenti cautelari, l’avvocato Andrea Vianello classe 1965, residenza a Mestre in vicolo Cardinale Monico 55/a, studio a Padova in via Guido Reni 198, e il collega Marco Colapinto, 32 anni, studio a Padova in via Risorgimento 30 e residenza in via Tartini 8: il primo è rinchiuso nella casa circondariale Due Palazzi, il secondo è ai domiciliari. Un terzo arrestato (è in carcere) Davide Taher, 46 anni, risulta nato a Padova, residente in via Bettini 11 e domiciliato all'estero. Tra le accuse contestate l’associazione a delinquere, l’esercizio abusivo di attività di gioco e di scommessa e la truffa (milionaria) ai danni dell’Agenzia delle Entrate.
Il protagonista. Andrea Vianello era il consulente legale del sodalizio criminale, esperto nell’eludere la normativa nazionale in materia di giochi e scommesse a distanza ma anche in campo fiscale. Aveva un ruolo attivo nelle attività di riciclaggio e di intestazione fittizia attraverso società con sedi estere, come le Isole Vergini Britanniche, ma domiciliate in Italia: è il caso di Elledi Immobiliary Limited domiciliata a Padova in corso del Popolo 21. «L’avvocato Vianello, mettendo la propria opera professionale qualificata al servizio dell'associazione, ne orientava e indirizzava le strategie e le scelte operative, oltre che organizzative...». Il suo apporto non è valutato come un mero ausilio professionale perché «... lo stesso deve essere posto ai vertici del sodalizio» si legge nell’ordinanza della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che coordina l’inchiesta interforze. Vianello e altri coindagati (anche capi-cosca) avevano creato e gestivano sul territorio nazionale una rete di Ctd (Centri trasmissione dati) attivi per conto dei bookmaker maltesi della società Tebaral Trading Ltd e Betsolution Ltd, attraverso i quali simulavano un'attività di trasmissione dati relativi alla raccolta online delle scommesse (regolarmente autorizzati). Eppure, di fatto, esercitavano abusivamente un’attività di scommesse “da banco" in assenza delle obbligatorie concessioni. Il legale era tra i fautori di sempre nuove avventure societarie sfruttando le normative di favore, appoggi istituzionali, il coinvolgimento di personaggi legati alle cosche di riferimento (Ficara, Alvaro e Pesce). «L’avvocato Vianello si è distinto per avere travalicato i limiti del mandato difensivo, mettendosi a servizio dell' associazione, escogitando tecniche per eludere la normativa, frodare l'ordinamento, evitare i controlli delle forze dell'ordine e i conseguenti sequestri delle sale, fornendo consigli e adoperandosi per la costituzione di società di comodo da allocare in paradisi fiscali, non già per tutelare gli interessi dei suoi clienti nel perimetro delle regole ordinamentali ma per perseguirne gli interessi criminali condivisi...».
Il collega. Marco Colapinto era la sua “spalla”, con un ruolo di organizzatore sia pure più marginale. Il motivo? Era uno stabile consulente legale della dirigenza dell' associazione. Non a caso era stato promosso membro dell’Ufficio legale di Betsolution Ltd, una delle società nel mirino.
Oggi per i due legali interrogatorio di garanzia (per rogatoria) davanti al gip padovano Domenica Gambardella.
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