Homencu, a ottobre l’udienza
Ferro e Tolomei accusati di omicidio volontario hanno chiesto il rito abbreviato

CHIOGGIA. Saranno processati entrambi per omicidio volontario, rapina e occultamento di cadavere il 13 ottobre prossimo dal giudice dell’udienza preliminare Barbara Lancieri. Ieri, infatti, i difensori, gli avvocati Mauro Serpico e Mariarosa Cozza, di Gianni Tolomei e Walter Ferro hanno avanzato la richiesta di rito abbreviato, in modo da evitare il processo in aula davanti alla Corte d’assise e soprattutto per ottenere lo sconto di un terzo sulla pena finale previsto dal codice per chi fa risparmiare tempo ed energie alla giustizia. Il magistrato ha rinviato l’udienza ad ottobre per permettere la discussione tra le parti, poi toccherà a lei la decisione.
Prima, però, l’avvocato Serpico ha avanzato la richiesta di incidente probatorio: si è battuto per una perizia sulle cellule telefoniche attivate dagli apparecchi portatili dei due imputati il giorno dell’omicidio. Nell’udienza scorsa, i pubblici ministeri Roberto Terzo e Walter Ignazitto hanno depositato le conclusioni di una consulenza sulle cellule telefoniche attivate dagli apparecchi di Tolomei e Ferro, che li davano entrambi presenti nella stessa zona dove è stato poi trovato il cadavere del giovane moldavo Vitalie Homencu. Il legale di Tolomei contesta le conclusione alle quali è giunto l’esperto nominato dalla Procura e ritiene necessaria una perizia disposta dal giudice. Il magistrato si è riservato di decidere sulla questione e molto probabilmente lo farà nei prossimi giorni.
Homencu era stato attirato in Italia per essere rapinato dei 15 mila euro che aveva portato con sè per l’acquisto di una Mercedes rubata. Era stato Tolomei a proporgli l’affare e a farlo correre a Chioggia da Chisinau, la capitale della Moldavia. Dopo averlo rapinato e ucciso - stando alle accuse - Tolomei si apprestava a fare il bis con un altro straniero, tanto che aveva scavato, sempre nei campi di Sant’Anna, un’altra fossa simile a quella usata per seppellire il moldavo. A raccontare tutto è stato Ferro, dopo che gli inquirenti avevano trovato la pistola con la quale era stato compiuto l’omicidio.
Giorgio Cecchetti
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