Un macabro selfie davanti alle macerie
I curiosi che scattano foto sono di intralcio ai soccorsi: residenti e sindaci furiosi. Minacciate multe. Zaia: «Hanno rotto»
di Alessandro Abbadir
DOLO. Un selfie dai luoghi del disastro. È questa la bruttissima moda di migliaia di automobilisti ma anche ciclisti e pedoni che arrivano a Cazzago, a Dolo in località Cesare Musatti e a Porto Menai di Mira solo per farsi un selfie, un autoscatto con lo smartphone, davanti alle rovine delle case distrutte o girano fotografando le case danneggiate, come fossero monumenti da immortalare durante una gita di piacere.
A sbottare per questo comportamento, a dir poco inopportuno, (e che si è verificato anche in altri disastri, come quello della nave affondata davanti all’isola del Giglio, per esempio) sono stati ieri, oltre ai tanti residenti colpiti dalla tragedia e fortemente infastiditi, anche i sindaci di Dolo, Mira e Pianiga e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
«Non se ne può più», ha detto Zaia, «di questa situazione. Queste persone, che vengono a fare turismo nella disgrazia, hanno rotto. Qui c’è da dare una mano a chi è in difficoltà e basta».
Lo sgradevole turismo della disgrazia, assicurano i comandanti delle polizie municipali di Dolo e Mira e anche di Pianiga, si è manifestato fin dalla sera della tromba d’aria, quando l’entità dei danni, ingenti, è diventata desolante certezza.
Il punto in cui creano più disagi ed ingorghi le frotte di curiosi, è quello a ridosso della distrutta Villa Fini sulla Brentana , ma anche in via Provinciale sud, dice con amarezza il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara che spiega che «assomiglia da qualche giorno a via Bafile a Jesolo». A fotografare ci arrivano pure da fuori provincia. E la mania invade tutti. Dai ragazzi alla donna anziana. «Sono qui perché non credevo fosse successa una cosa così», racconta una donna. Poi scatta e se ne va, soddisfatta . Dai residenti si levano imprecazioni. «Ci sentiamo presi in giro da queste persone», dice Luigi Novello a Dolo. «Se vogliono aiutarci scendano dalle auto, lascino giù la macchinetta fotografica e si mettano a spalare».
E per frenare la fastidiosa moda potrebbero arrivare le multe. «Si tratta di curiosi del paese», spiega il comandante del vigili di Mira Mauro Rizzi, «e anche di altre zone della provincia, che a Mira bloccano soprattutto via Sambruson a Porto Menai e il ponte sul Novissimo creando disagi ai residenti che non riescono ad uscire dal paese. Per documentare cosa succede ci sono gli organi di informazione. Non servono i maniaci dell’autoscatto o collezionisti di foto di macerie. Chi rallenta il traffico rischia una multa per intralcio alla circolazione. Chissà che alle prime sanzioni, tutti capiscano l’antifona».
Una situazione simile la denuncia il comandante della polizia municipale di Dolo Alberto Baratto. «Davanti a Villa Fini», dice Baratto, «c’è un sacco di gente che tenta pure di parcheggiare per poter fermarsi e scattare le foto. Questa storia la facciamo finire a suon di multe, se necessario».
Il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara non nasconde che anche il centro devastato di Cazzago è stato visitato come non mai in questi giorni. C’è chi arriva in gruppo con due o tre auto cariche 2 di turisti del dolore, e si capisce subito che sono curiosi. «Via Provinciale sud che abbiamo lasciato chiusa», racconta Calzavara, «sembrava via Bafile a Jesolo. Una assurdità. Un via vai di gente che faceva letteralmente le vasche su è giù dal centro distrutto del paese. Ora stiamo cercando di decongestionare il traffico, invitando i curiosi a circolare. Non vogliamo che il nostro paese diventi in questo momento una meta di pellegrinaggio da tutte le zone del Veneto». L’invito a non soddisfare solo morbose curiosità e, invece, a scendere per aiutare i residenti arriva infine anche dal sindaco di Mira Alvise Maniero.
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