Inquirenti a caccia di testimonianze
Sentite altre persone nella cerchia delle conoscenze di Alberico Cannizzaro; oggi o domani l’autopsia darà nuovi indizi
di Francesco Furlan
Nuove persone del cerchio dei conoscenti di Alberico Cannizzaro sono state ascoltate ieri dagli investigatori della Squadra mobile di Venezia che sta indagando sul delitto del 79enne, ex sarto al Lido di Venezia, trovato morto giovedì pomeriggio da uno dei due figli, don Corrado, parroco della chiesa di San Pietro Orseolo.
Familiari, vicini e amici, tutti coloro che - secondo gli agenti della Mobile - potrebbero fornire elementi utili al prosieguo delle indagini. Gli investigatori vogliono capire se, come pare, l’anziano abbia aperto la porta a qualcuno che conosceva e di cui si fidava o se colui che l’ha colpito con il coltello da cucina, trovato direttamente in casa dell’anziano, sia riuscito a entrare senza che necessariamente sia stato Alberico Cannizzaro ad aprire. Quella di ieri è stata quindi una giornata di lavoro per i poliziotti della Mobile che stanno cercando di fare luce su un delitto che, al momento, resta un mistero. La polizia, tramite la scientifica, ha acquisito una serie di elementi i cui esiti sono attesi per i prossimi giorni.
C’è attesa soprattutto per un’impronta sospetta, che non apparterrebbe alla vittima né alle persone che per prime sono entrate, compreso il figlio, nelle casa del delitto, l’appartamento al civico 1 di piazzale Radaelli, a Marghera, una zona alle spalle di via Fratelli Bandiera. Dopo gli accertamenti e gli esiti degli elementi raccolti, la Squadra mobile avrà il quadro più preciso della situazione e di quel che è successo giovedì - probabilmente il delitto c’è stato nella tarda mattinata, perché da mezzogiorno l’anziano non ha più risposto al telefono - all’interno dell’appartamento.
Ulteriori elementi arriveranno tra oggi e domani dall’esito dell’autopsia affidata dal pubblico ministero Laura Cameli, che sta coordinando le indagini dopo essere stata, giovedì sera, sul luogo del delitto. Quel che al momento si sa è che l’anziano è stato colpito con più coltellate, ma quella decisiva è stata tra il collo e le spalle. Dalla casa non sarebbe sparito nulla.
Anche il figlio don Corrado quando giovedì pomeriggio, verso le 16.30, entra in casa dei genitori, aprendo la porta principale - quella che si affaccia sulla piazzetta - non nota nulla di strano fino a che, arrivato in cucina, non trova il corpo del padre in una pozza di sangue. Era stato il fratello, don Stefano, che si trovava in montagna con la madre, a chiedergli di andare a vedere se era tutto a posto perché da mezzogiorno l’anziano padre non rispondeva al telefono.
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