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Picchiato a sangue in calle l’aggressore a processo

Il professionista, pestato dopo un banale urto, si era difeso con uno spray Furibonda reazione del ferito che gli aveva procurato diverse lesioni e fratture

di Giorgio Cecchetti
1 minuto di lettura

VENEZIA. Per un urto banale, spalla contro spalla, ai piedi dei Tre Ponti, un noto professionista veneziano era stato picchiato duramente, tanto da dover ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso dell’ospedale lagunare per alcune fratture (la prognosi era stata di sessanta giorni). Ieri, il giudice veneziano Barbara Lancieri ha rinviato a giudizio per lesioni volontarie gravi il 46enne veneziano Robert Pjevalica, così come aveva chiesto il pubblico ministero Walter Ignazitto. Anche il professionista si è trovato con una richiesta di rinvio a giudizio per lesioni (i medici avevano giudicato guaribile Pjevalica in cinque giorni), ma il magistrato ieri lo ha prosciolto, affermando che si trattato di una contestazione causata da un fatto particolarmente lieve.

La vicenda risale allo scorso anno: i due non si conoscevano, il professionista, veneziano di 58 anni, e l’imputato percorrevano in direzioni opposte la fondamenta ai piedi dei Tre Ponti e si erano urtati, spalla contro spalla. «Ehi! Stai più attento», «Che vuoi da me?», il professionista tira dritto, ma l’altro torna sui suoi passi, chiude la telefonata che stava facendo al cellulare e blocca chi lo avrebbe spintonato.

Una parola tira l’altra, da questo momento le versioni sono contrastanti: il difensore di Pjevalica ha sostenuto che il suo cliente ha reagito ad una provocazione, insomma si sarebbe trattato di legittima difesa, visto che l’altro ha estratto una bomboletta al peperoncino e l’ha spruzzata contro la sua faccia, provocandogli le lesioni, soprattutto agli occhi, giudicate guaribili in cinque giorni dai medici. Ben diversa la versione fornita dal professionista, il quale ha spiegato di aver spruzzato il contenuto della bomboletta in faccia perché Pjevalica aveva già cominciato ad alzare le mani. Alla fine, a riportare le lesioni più gravi è il professionista: frattura dello zigomo, frattura del setto nasale e numerose altre contusioni ed ecchimosi e non soltanto al volto.

Da un fatto da nulla, l’ urto casuale, una vera e propria aggressione, un procedimento penale e ora anche il processo. Il professionista è stato prosciolto, mentre il 46enne finisce sotto processo in aula: l’udienza è prevista per il 19 novembre. E la «vittima» dell’aggressione si costituirà certamente parte civile per chiedere il risarcimento: le spese sanitarie, i giorni di inattività professionale, i danni materiali e morali. Lo aveva già messo in atto nell’udienza preliminare di ieri, come del resto aveva fatto anche l’altro, senza però ottenere alcun risultato, vista la decisione del giudice dell’udienza preliminare.

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