«Alfano fermati, in Veneto non c’è più posto»
Braccio di ferro con Roma: il governatore Zaia dà l’ultimatum al ministro che in settimana invierà altri 400 profughi

VENEZIA. «Basta. Il Veneto ha già dato. Non possiamo più accogliere immigrati, il ministro Alfano si deve rassegnare e con lui anche i prefetti, cui abbiano delegati la gestione dell’accoglienza». Luca Zaia, rieletto governatore del Veneto, tona alla carica e invita Roberto Maroni e Giovanni Toti a coordinare le iniziate. Il presidente della Lombardia ha proposto di tagliare i contributi ai Comuni che accoglieranno nuovi profughi e Zaia chiude ogni discorso con una battuta: «In Veneto il problema non si pone perché tutti i sindaci sono contrari. Basta parlare con la presidente dell’Anci veneta Maria Rosa Pavanello per capire quali sono le reali difficoltà dei comuni: non ce la facciamo più. Non c’è più posto, ci vuole il coordinamento di tutte le regioni del Nord», spiega Luca Zaia.
Quando Maroni diceva: ''Tutti devono accogliere profughi e clandestini''
Insomma, Veneto, Lombardia e Liguria hanno alzato il muro del «No» per bloccare il progetto del ministro degli Interni Alfano che ha deciso di assegnare a queste regioni almeno 2 mila migranti.
«Ci troviamo di fronte ad un esodo biblico scatenato dalle guerre che hanno sconvolto molti paesi del Nord Africa, deve intervenire l’Unione Europea con un piano realistico di suddivisione degli immigrati già in Italia fra tutti i Paesi Ue. Frontex ha fallito così come Mare Nostrum. Il Veneto è una delle regioni più accoglienti d’Italia, abbiamo già 514 mila extracomunitari, 42 mila dei quali non lavorano. Come presidente della Regione ho rifiutato le quote fin dal 2011, il ministro Alfano lo sa: siamo stati gli unici a dire di no, a non firmare l’accordo», conclude Luca Zaia.
Come finirà il braccio di ferro? Le notizie che arrivano da Roma sono di segno opposto: tra oggi e domani arriveranno in Veneto altri 250 migranti e altri 150 entro la settimana: 400 persone da suddividere nelle sette province venete.
Anche questi vanno considerati “fuori quota” e fanno parte di quei 1.926 assegnati dal ministero dell’Interno alla Regione, una settimana fa. Sono profughi, in genere provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, che si trovano in Sicilia già da alcuni giorni e non fanno parte degli ultimi 5.000 che sono stati salvati dalle navi tedesche (Berlin e Hessen), inglesi ed italiane, che non sono stati assegnati ancora alle regioni del nord. Nel frattempo il prefetto Domenico Cuttaia, coordinatore per il Veneto dell’emergenza profughi, ha convocato a Venezia tutti gli altri sei prefetti per mercoledì per decidere i piani di accoglienza.
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