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Allarme terrorismo il giornalista Messina sentito in Procura

Ieri mattina il giornalista Pietro Messina, in relazione all’articolo che ha scritto per l’edizione online del settimanale L’Espresso lo scorso 6 maggio su due stranieri indicati quali terroristi o...

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Ieri mattina il giornalista Pietro Messina, in relazione all’articolo che ha scritto per l’edizione online del settimanale L’Espresso lo scorso 6 maggio su due stranieri indicati quali terroristi o “foreign fighters” passati per Venezia, è stato sentito in Procura dal procuratore aggiunto coordinatore dell’antiterrorismo Adelchi d’Ippolito, dal sostituto procuratore Walter Ignazitto e dal dirigente della Digos di Venezia Giampiero Lionetti. È stato sentito in qualità di persona informata sui fatti.

In un comunicato concordato tra Procura e Digos si legge: «L’esame ha permesso di accertare che le due vicende citate nell’articolo di stampa sono già state oggetto di attività di “prevenzione” da parte della locale Procura Antiterrorismo e della Digos della Questura di Venezia, i cui esiti non hanno evidenziato allo stato elementi di alcuna preoccupazione o allarme sociale».

Venezia nel mirino del terrorismo di matrice islamica: per la prima volta il capoluogo veneto compare nella lista degli "alert" del Viminale, ovvero nell'elenco degli scenari potenzialmente “caldi” come possibile obiettivo, o anche come covo sicuro dove nascondersi, degli jihaidisti. Questa la sintesi dell’articolo di Messina. L’alert era è scattato dopo che i servizi segreti avevano segnalato il possibile rientro in Italia, con meta proprio Venezia, di “foreign fighters”, ossia reduci dal conflitto armato in Siria.

Secondo quanto riportato dall'Espresso, il primo della lista è Ahmed Dughaim, siriano di 40 anni, che sarebbe pronto a fare rotta su Venezia perché in possesso di un «contratto di lavoro». Dughaim, si legge nell'articolo, è già stato residente nella città lagunare dove ha vissuto per alcuni anni prima di intraprendere la strada della jihad islamica. Dal settembre del 2012 avrebbe combattuto al fronte siriano a sostegno dell’Islamic State. L’altra minaccia per Venezia è rappresentata da una cellula islamista albanese, Baftjar Bruka, 24 anni, alla guida di un gruppo terroristico e ricercato con un mandato di cattura internazionale per terrorismo. Secondo gli investigatori, sarebbe stato tra le menti e gli esecutori di tre attentati a catena a Tirana. Secondo l’Espresso, Baftjar nel 2013 è stato fermato a Pisa e a Firenze. L’anno successivo, era febbraio, Baftjar è stato fermato per un controllo due volte a Venezia.

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