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Lo sciopero paralizza bus e vaporetti Actv

Alta adesione alla protesta indetta dai sindacati di base. Approdi presidiati dalla polizia e calca sui pochi mezzi in servizio

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In terraferma è stata vera paralisi, con il 77,5 per cento degli autisti che hanno incrociato le braccia: praticamente tutto il personale, escluso quello obbligato dalla legge a garantire i collegamenti durante le fasce di movimento dei pendolari, tra le 6 e le 9 e le 16.30 e le 19.30. Anche Venezia, nel settore della navigazione, lo sciopero del personale Actv è stato altrettanto massiccio, con un 60 per cento di adesioni: oltre agli obbligatori (per legge) collegamenti tra la città storica e le isole, Actv ha potuto garantire solo Linea 2 e Giracittà ogni 20 minuti (dieci tra Rialto e piazzale Roma).

Usb Cobas aveva annunciato uno sciopero nazionale "duro" di 24 ore - «Lo Stato ha tagliato 2,5 miliardi su 7 ai trasporti pubblici: scioperiamo per i diritti di tutti i cittadini a un servizio essenziale penalizzato», commenta il segretario Usb Giampietro Antonini - e ieri sciopero duro è stato, con pesanti disagi per i passeggeri, che hanno dovuto ricorrere ai mezzi privati.

Risultato, traffico rallentato in Tangenziale e nel centro di Mestre e in tarda mattinata piazzale Roma intasato di automobili, tra quanti arrivavano in città (molti professionisti, come gli avvocati diretti alla vicina Cittadella della giustizia) e quanti se ne andavano. Difficoltà maggiori - come sempre quando si fermano i mezzi pubblici - soprattutto per le persone più anziane.

A Venezia, la Polizia ha addirittura presidiato gli approdi principali per evitare che le proteste dei passeggeri degenerassero in tensioni: al Lido, ad esempio, per i collegamenti obbligatori con Venezia, al posto delle motonavi sono stati inviati battelli foranei, molto meno capienti. Il risultato è stato un pigia-pigia agli approdi molto pericoloso. Centinaia di persone sono rimaste a terra nelle ore di punta, con i battelli che viaggiavano stracarichi, a giudizio dei passeggeri, anche oltre il limite di capienza consentito.

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