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Per la morte di Sinopoli chiesti 36 anni di carcere

Sei anni ciascuno per i sei imputati dell'aggressione del 2012 in via Verdi, a Mestre: il consulente finanziario morì 19 mesi dopo, lunedì l'arringa dei difensori

di Giorgio Cecchetti
1 minuto di lettura

MESTRE. Trentasei anni di carcere. Questa la pena complessiva che ieri pomeriggio il pubblico ministero di Venezia Stefano Buccini ha chiesto per i sei giovani accusati di aver picchiato, la notte tra il 2 e il 3 settembre di tre anni fa, il consulente finanziario mestrino Gabriele Sinopoli, il quale diciannove mesi dopo quell'aggressione è morto in ospedale.

Il rappresentante della Procura lagunare ha chiesto la condanna al giudice dell'udienza preliminare Alberto Scaramuzza, applicando lo sconto di un terzo sulla pena. Il pm si è battuto perché il 23enne Giuseppe De Simone, Marco Seibessi, 31 anni, Sebastian Troiani, 28 anni, Antonio Marigliano, 20 anni, e Andrea Campagna, 26 anni, tutti di Marghera, e Giuseppe Bartolo, 31 anni, di Zelarino, vengano condannati ognuno a sei anni di reclusione e 660 euro di multa ciascuno. Secondo Buccini, il reato più grave commesso dal gruppo quella notte in via Verdi, dove è accaduto il fatto, sarebbe stato quello di tentata rapina, oltre a quello di lesioni volontarie. E, come aveva già preannunciato, ha escluso che gli imputati abbiano commesso il reato di omicidio preterintenzionale: per l'accusa, cioè, il decesso di
Sinopoli non sarebbe stato causato dalle percosse subite 19 mesi prima, bensì dalle patologie al cuore, ai reni e al fegato di cui soffriva la vittima in precedenza, così come aveva sostenuto nella consulenza il medico legale Antonello Cirnelli, nominato da Buccini. Nessuno degli imputati era presente ieri, c'erano invece la moglie e la sorella di Sinopoli, che si sono costituite parte civile.

Per loro ha parlato l'avvocato Emanuele Fragasso, per il quale, invece, i sei giovani mestrini vanno giudicati per omicidio preterintenzionale: non hanno certo colpito per uccidere, ma le loro percosse hanno provocato senza che lo volessero la morte di Sinopoli. L'avvocato padovano, rivolgendosi al giudice Scaramuzza, ha spiegato che se vi sono dei dubbi il magistrato deve disporre una perizia medico legale proprio per stabilire la causa del decesso della vittima. Al termine dell'intervento del legale di parte civile, il giudice ha rinviato l'udienza a lunedì 18 maggio, giorno in cui interverranno i difensori degli imputati con le loro arringhe. Infine, il 27 dello stesso mese il magistrato emetterà la sentenza, che dovrà anche stabilire quale reato abbiano commesso, se lesioni volontarie o omicidio preterintenzionale.

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