Piazza San Marco, masegni rotti e scalini danneggiati
Danni in qualche caso irreparabili alla pavimentazione storica. «C’è un piano del Comune». Ma non ci sono i soldi

La pavimentazione di San Marco va in pezzi. Saranno i 50 milioni di piedi che la calpestano ogni anno. O magari i carretti, le valigie, i grandi palcoscenici o l’incuria. Fatto sta che le ferite della piazza più bella del mondo sono ogni giorno più gravi e più evidenti. Masegni spezzati, cedimenti. Marmi delle decorazioni settecentesche in frantumi. Scalini monumentali che portano al Correr con rotture irrimediabili. Mancano interi pezzi di marmo, e sempre di più le brecce si allargano.
Non è nemmeno semplice restaurare pietre e materiali che risalgono al Cinquecento e nel caso dei masegni al Settecento, con la decorazione originale progettata da Andrea Tirali. Chi si occupa della conservazione della Piazza? «Esiste un piano di manutenzione del Comune che la Soprintendenza ha approvato», dice la soprintendente Renata Codello, in questi giorni diretta a Roma dopo la nomina del ministero. Interventi già previsti, dunque, secondo la Soprintendenza. Ma la situazione della Piazza peggiora.
Il progetto di protezione dell’insula proposto dal Consorzio Venezia Nuova (costava 100 milioni di euro e prevedeva di mettere una guaina a protezione delle acque alte) non aveva convinto il Comune. Ed era stato accantonato per mancanza di fondi, pur essendo la difesa di San Marco un obiettivo che il Comitatone aveva stabilito come «preliminare» alla realizzazione del Mose. Per le acque alte sopra gli 80 centimetri infatti non è previsto l’azionamento del Mose, e la Piazza viene allagata. Proprio la frequenza delle maree medio alte può aver provocato in questi anni la riduzione dello stato di sabbia sotto le pietre e dunque lo sprofondamento dei masegni. La fruizione e il gran numero di eventi – ma anche palcoscenici, transenne e altro – possono avere aggravato la situazione.
Adesso la Piazza è a rischio, almeno nel suo aspetto originario immutato da secoli.
Per le arcate delle Procuratìe la Soprintendenza aveva avviato la strada delle sponsorizzazioni. Per la pavimentazione invece i fondi non ci sono, con il Comune a secco e lo Stato che negli ultimi anni ha dato quasi tutto al Mose. E le pietre si consumano. (a.v.)
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