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Da oggi Tfr in busta paga «Ma pochi lo vogliono»

L’analisi della Cgia: da 70 a 214 euro in più al mese ma la tassazione aumenta La Cgil: pregiudicati i risparmi per la previdenza, rischio liquidità per le aziende

di Mitia Chiarin
1 minuto di lettura

Tfr in busta paga? Da oggi è possibile richiederlo. Ma la possibilità, molto probabilmente, sarà colta da pochi. Perché non conviene. «Pare di capire», spiega, simulazioni alla mano, Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, «che saranno molto pochi coloro che chiederanno l’anticipazione. Da un punto di vista fiscale, purtroppo, l’operazione non è conveniente. Ancora una volta l’eccessivo peso delle nostre tasse pregiudica un’opportunità che potrebbe essere decisiva per rilanciare i consumi delle famiglie che, nonostante i segnali di ripresa, continuano a rimanere fermi al palo». Da mesi la possibilità ha messo sul chi va là, organizzazioni sindacali e categorie.

Ricorda Elena Di Gregorio, segretaria della Cgil del Veneto. «Il problema è che non si tratta di denaro fresco in più che entra nelle buste paga dei lavori. Quei soldi vengono solitamente messi da parte per la vecchiaia o vengono utilizzati per la previdenza complementare. Dal nostro osservatorio, che sono i lavoratori, l’impressione è che pochi sceglieranno di avere il Tfr anticipato in busta paga. Lo faranno coloro che sono in situazioni molto difficili, in difficoltà causa la crisi. Ed è bene segnalare anche le preoccupazioni di tante piccole aziende, che rischiano un calo di liquidità se dovranno versare i trattamenti di fine rapporto ai lavoratori», dice la sindacalista. Ma di quanti soldi stiamo parlando ?

L’Ufficio studi della Cgia ha calcolato che un operaio con una retribuzione mensile netta di 1.200 euro percepirà 71 euro in più. Un impiegato, invece, (busta paga di 1.600 euro mensili netti al mese) chiedendo l’anticipo del Tfr porterà a casa altri 112 euro. Un dirigente/quadro (stipendio mensile netto di 3.000 euro) ne prenderà 214 in più. Per chi sceglie questa possibilità da questo mese, ricorda la Cgia, la tassazione sarà ordinaria. L’anticipazione, quindi, concorre alla formazione del reddito complessivo e viene tassato con l’aliquota marginale. E subisce il prelievo delle addizionali Irpef (regionale e comunale) e riduce l’ammontare delle detrazioni. Se si lascia fino alla pensione il Tfr in azienda, invece, la tassazione è più favorevole. Il datore di lavoro effettua una tassazione provvisoria applicando al Tfr (quota capitale) un’ aliquota determinata con un complesso meccanismo e che oscilla tra il 23 e il 27 per cento a seconda della retribuzione lorda collegata alla anzianità lavorativa. Con un calcolo, la Cgia prevede che per chi chiede l’anticipazione aumentano le tasse: l’operaio e l’impiegato si troveranno con una tassazione aggiuntiva di 22 euro al mese; il quadro di 39 euro.

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