Sul tram con la bici, destinazione Venezia
Allarme delle associazioni dei ciclisti: «Troppo pericoloso il transito sul cavalcavia di San Giuliano». Actv cerca la soluzione
di Mitia Chiarin
Venezia e Mestre unite dalla pista ciclabile sul ponte della Libertà? Un sogno che fatica a realizzarsi, nonostante i cantieri in corso. Il boom dell’uso della bicicletta in terraferma, si ferma in via Righi, di fronte alla pericolosità del traffico.
L’allarme. «La prossima entrata in servizio del tram renderà estremamente pericoloso, se non interdetto, il transito sul cavalcavia di San Giuliano per pedoni e ciclisti», denunciano le associazioni che da anni, a suon di manifestazioni, chiedono al Comune un percorso sicuro per le due ruote sulla rotta Venezia-Mestre. Già oggi raggiungere Venezia in bicicletta è impresa coraggiosa, che mette a rischio la vita. Pochi giorni fa si è svolta una riunione tra la Federazione degli amici della bicicletta di Mestre e le associazioni “Il tram che vogliamo”, Rosso Veneziano, la Salsola, Arte in bici, il gruppo del Nordic Walking Mestre, gli Amici delle Arti, Legambiente. Una riunione per discutere della questione, spinosa. Alla fine la decisione è stata quella di chiedere, con urgenza un incontro al commissario straordinario del Comune, Vittorio Zappalorto. Un confronto che potrebbe essere il preludio di nuove manifestazioni di protesta.
Cantieri in corso. I cantieri per la pista ciclabile sul ponte della libertà, per la verità, sono in corso di realizzazione. Registra un paio di mesi di ritardo il cantiere della passerella a sbalzo verso piazzale Roma ma ora l’impresa Boemio costruzioni afferma di essere riuscita largamente a recuperare i ritardi causati essenzialmente dal maltempo. Comunque, per maggio, quando il tram comincerà ad effettuare le corse per Venezia, andare fino a piazzale Roma o al Tronchetto in bici sarà una impresa impossibile.
I rischi. Con l’impraticabilità per bici e pedoni del cavalcavia di San Giuliano, dove passeranno auto e tram, ai ciclisti tocca percorrere via Righi e i Pili, rischiando la vita, per raggiungere l’imbocco della nuova pista verso Venezia realizzata utilizzando il marciapiede di destra, in direzione Venezia, e il tratto a sbalzo. Manca all’appello il collegamento ciclabile con la pista sul ponte dal sottopasso di via Torino, costeggiando via Righi o via delle Industrie. Un progetto, utile a ciclisti e pure maratoneti, che è stato penalizzato dall’incertezza dei finanziamenti del malandato bilancio comunale e anche dallo stop amministrativo in Comune. Il progetto, assicura da mesi l’ex assessore Bergamo ha la copertura finanziaria ma non è ancora stato messo in gara e per vederlo realizzato, realisticamente, ci vorrà un anno e mezzo, almeno. In aiuto era arrivato anche Luigi Brugnaro, patron di Umana e proprietario dei terreni dei Pili, che ha già concesso il permesso al Comune per il passaggio della pista sulla sua proprietà. Ricordano le associazioni dei ciclisti: «Non diversa è la situazione per la direttrice Venezia-Marghera-Stazione Fs in quanto ciclisti e pedoni devono muoversi in contromano non essendoci un collegamento sicuro con via dell’Idraulica».
Fusina non basta. Alternative? I ciclisti potrebbero arrivare a Fusina e da qui prendere il ferry boat per il Lido e Pellestrina. Ma anche raggiungere il terminal vicino a Marghera in bici, vista l’assenza di percorsi protetti, è un rischio da non consigliare.
Passaggio per ventimila. E allora? Una soluzione c’è ed è semplice. Consentire alle bici di salire sul tram per arrivare in sicurezza fino a piazzale Roma e poi da qui raggiungere il Tronchetto. Il Comune ha chiesto ad Actv di studiare come realizzarlo. Uno stratagemma semplice e moderno che potrebbe potenziare quei 20 mila passaggi l’anno di cittadini e turisti che usano la bici per raggiungere Lido e Pellestrina con bici e mezzi pubblici. Un turismo sostenibile di cui Venezia per troppo tempo si è dimenticata. E che ora potrebbe, con il tram, svilupparsi.
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