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Guasti ai vaporetti, Actv cambia i cavi

L’azienda al contrattacco: «La manutenzione non c’entra». Aperta un’inchiesta. Intanto si ferma anche il people mover

di Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. «La manutenzione non c’entra». Actv va al contrattacco. E al terzo incidente grave in pochi mesi decide di aprire un’indagine interna e di «sostituire i cavi degli invertitori su tutti i mezzi della flotta». Centodieci vaporetti e motoscafi del GiraCittà in servizio dotati di questo sistema. Invertitori che hanno provocato il botto con il motoscafo di GiraCittà alla Giudecca, nell’autunno scorso, con una decina di feriti investiti dalla palina. E anche la deriva di un vaporetto della linea 1, sabato pomeriggio in Canal Grande. Di altra causa, a quanto pare, il botto di giovedì, quando un vaporetto è finito a Rialto addosso al pontile per il guasto alla centralina elettronica.

Episodi su cui indaga anche la magistratura, che ha sequestrato il vaporetto. Actv affida a una nota scritta il commento, dopo l’ennesimo episodio che ha coinvolto un suo mezzo in servizio e le polemiche subito riaccese dai sindacati. «Un’indagine approfondita porta ad escludere carenze nella manutenzione dei mezzi», si autoassolve l’azienda di trasporto. E annuncia la decisione di sostituire «a titolo precauzionale» i componenti causa delle avarìe su tutti i mezzi della flotta». Actv spiega che «anche nel secondo incidente il cavo dell’invertitore, il sistema che consente di avviare la marcia avanti o la marcia indietro, si è rotto nel tratto coperto da una guaina». Particolare che secondo i dirigenti dell’azienda impedirebbe «anche ad una approfondita manutenzione di routine di notare una eventuale usura o sfilacciamento del caso».

Ecco perché i cavi sono stati sostituiti e il fornitore già contattato «per tutti gli approfondimenti tecnici del caso». Non si escludono dunque azioni legali di Actv contro l’impresa che produce i cavi. Quanto alla manutenzione, Actv garantisce «per rispondere a quelle che definisce «disinformate insinuazioni lette nei giorni scorsi» che il settore manutenzione non ha mai subito tagli. L’acquisto di materiali per la manutenzione è aumentato di due milioni di euro, nel settore navigazione è passato da 4 milioni del 2013 a 5,3 milioni nel budget 2015. Ma ai sindacati questo non basta. Piloti e autonomi dell’Usb ricordano i tanti allarmi caduti nel vuoto.

«Resta il fatto», taglia corto il rappresentante del sindacato autonomi Giampietro Antonini, «che il personale per la manutenzione di Sant’Elena è diminuito, in parte dirottato al nuovo cantiere di Pellestrina e al Tronchetto. E che i nostri allarmi sono stati ignorati. Molte volte abbiamo detto, ad esempio, che il pilota non è in grado di verificare se la manutenzione sia stata fatta e se il mezzo sia in ordine. Al registro di bordo e ai contatti tra pilota e meccanico è stata infatti sostituita una procedura automatica. Io mando la segnalazione ma non posso verificare che l’intervento sia stato fatto». Proteste che il sindacato dei piloti raccoglie da tempo. Anche nell’estate scorsa erano stati numerosi i piccoli incidenti occorsi in fase di approdo. «Ma quel difetto lo abbiamo notato da tempo», segnala un pilota di un motoscafo della circolare, «e poco è stato fatto».

Intanto ieri mattina manutenzione straordinaria anticipata per il people mover del Tronchetto, anche qui per un guasto alla centralina elettronica. Doveva essere ispezionato a partire dalle 23 di ieri sera ma è scattato il segnale di allarme. Per tre giorni sarà sostituito dagli autobus.

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