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Troppi tumori, polveri, suicidi e furti in casa

Vanno meglio i rapporti personali e sociali, il volontariato e l’uso del tempo libero

2 minuti di lettura

Il Pil, ovvero il valore del Prodotto interno lordo di una nazione o di una realtà territoriale più ristretta, misura il valore complessivo della ricchezza rappresentata dai beni materiali e dai servizi forniti a imprese e territorio prodotti. Ma ormai molti economisti ammettono che si tratta di una valore superato che continua a misurare il tasso di crescita del Pil, inchiodato a indici di poco più (o poco meno) dello zero, senza tenere conto di indici che vadano oltre la produzione di beni materiali e siano in grado di misurare il reale benessere e salute della popolazione, dell’ambiente, dell’economia e della società.

Per questo è nato anni fa il progetto “Oltre il Pil” che per Venezia, a parte il benessere materiale e l’uso del tempo, nelle quali si colloca rispettivamente al quinto e sesto posto, in tutti gli altri domini di ricerca occupa posizioni basse, addirittura ultima sul lavoro. «Parafrasando la celebre frase “i soldi non fanno la felicità, ma aiutano”, si può senz'altro dire che il Pil è un fattore importante di benessere, ma non lo definisce completamente», ha osservato il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio. In effetti, i dati del rapporto “oltre il Pil 2014”, disegnano per Venezia una quadro puntuale pieno di contraddizioni, con pregi e difetti di una città bipolare destinata a diventare punto di riferimento centrale della nuova realtà metropolitana che sostituirà la vecchia Provincia. Venezia, nel rapporto “Oltre il Pil 2014”, dimostra di avere, per esempio, la migliore performance nella raccolta differenziati dei rifiuti, ma – malgrado l’approdo al quinto posto nella classifica delle città metropolitane – va male per la qualità dell’aria: ha contato 97 giorni di superamento (erano 108 nel 2013) del limiti di sicurezza per le concentrazioni di polveri sottili nell’aria - causate dalle emissioni degli autoveicoli, delle industrie, del riscaldamento domestico, del porto e dell’aeroporto - che respiriamo, contro una media nazionale di 52. Anche il tasso standardizzato di mortalità per tumori - alcuni dei quali legati a malattie professionali per l’esposizione nei posti di lavoro alle polveri di amianto, al cvm e altri veleni - indica una forte criticità per Venezia, con una performance negativa: 27 morti per tumori ogni 10.000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 25,8.

Stesso discorso per il tasso standardizzato di mortalità per suicidio e autolesione che rappresenta un altro indicatore critico per Venezia: la quota raggiunge lo 0,77% (0,66% il dato medio nazionale), valore che allontana la città lagunare dalle posizioni di testa fra le città metropolitane e che la colloca in fondo alla classifica. Del resto, con 60 decessi per milione di abitanti (erano 65) nonotante una leggera riduzione la mortalità per incidenti stradali a Venezia è ancora oggi molto più elevata rispetto a quasi tutte le altre città metropolitane.

In compenso, per quanto riguarda i rapporti sociali e personali, Venezia nel 2014 ha registrato un’elevata affluenza alle urne in occasioni di tornate elettorali, nel volontariato associativo, nel lavoro per le cooperative sociali di tipo B e una buona partecipazione ad attività culturali e sportive. (g.fav.)

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