La sfida di Pellicani: «Cambiare insieme»
Il candidato alle primarie del centrosinistra per Venezia: «Innovazione prima di tutto, un atto di coraggio del Pd puntare su di me»
di Alberto Vitucci
VENEZIA. Cambiare. Insieme. Lo slogan renziano adattato alla storia democratica della città. Rinnovamento e innovazione al primo posto. La modifica del Patto di Stabilità come «precondizione» per governare. Messa da parte l’emozione, Nicola Pellicani si lancia nella sua nuova avventura.
Ieri mattina nel bar «Al Palco», in piazzetta Toniolo a Mestre, ha presentato la sua candidatura alle primarie per il sindaco di Venezia. Maniche di camicia (bianca), due fogli in mano e un microfono. «Non mi sarei mai candidato», attacca, «se la mia candidatura non avesse attecchito nel Pd. Che con un gesto di grande coraggio ha deciso di puntare su di me». Giornalista, segretario della Fondazione intitolata a suo padre Gianni e animatore del Festival della Politica, Nicola non è iscritto al Pd ed è digiuno di politica e di amministrazione. «Ma proprio questa è la sfida», attacca, «qui bisogna ripristinare le regole democratiche, rimettere al centro la politica. Io sarò a capo di una squadra larga. Con gli assessori cercherò il massimo dell’innovazione».
La platea ascolta, attenta. La prova che Pellicani è appoggiato dalla maggioranza delle correnti del Pd è nelle prime file. Ci sono Laura Fincato e Claudio Borghello, gli ex assessori Tiziana Agostini, Andrea Ferrazzi, Alessandro Maggioni e Sandro Simionato, ritirati in buon ordine per lasciargli spazio. Gli ex consiglieri Baratello, Capogrosso, Scaramuzza e Trabucco, Annamaria Miraglia e il segretario Rosteghin, gli imprenditori Fabrizio Cibin, Plinio Danieli, Alberto Sonino, il sindacalista Cisl Livio Gottardello, il sottosegretario Pierpaolo Baretta, Federico Della Puppa e Stefano Ceolin.
Pellicani parla della necessità di «etica, legalità e trasparenza. Ma soprattutto di «innovazione».
Il programma? «In progress, lo faremo insieme», scandisce, «incontri con i cittadini da oggi al 15 marzo, data presunta delle primarie. Comitati spontanei a sostegno della candidatura».
In pillole, il «Patto di Stabilità da modificare, la Città metropolitana, il riuso del patrimonio edilizio, il turismo e i nuovi terminal, la cultura». «Ho implementato il programma del Pd che condivido», dice. Venezia? «È giunto il momento di attivare politiche concrete per controllare i flussi, e poi uno studio Ciset ci dice che Venezia viene percepita come città vecchia: bisogna cambiare il modo di vendere Venezia nel mondo». La Legge Speciale non potrà più essere come prima, continua Pellicani, «dunque occorre trovare finanziamenti in chiave federalista». Per le grandi navi «occorre allontanarle al più presto dal Bacino, concludere prima possibile la Via per tutti i progetti presentati».
Gli chiedono se è stato appoggiato da Roma. «Il vicesegretario nazionale mi ha proposto di partecipare al tavolo per discutere delle candidature», dice, «ho partecipato. Non ho mai fatto politica e ritengo un atto coraggioso ciò che ha fatto il Pd. Senza di quello non avrei mai accettato di correre. Ci vogliono le truppe per vincere le elezioni, e la collaborazione di tutti: i titoli accademici non aiutano».
Chi pagherà la campagna elettorale? Domanda spinosa vista com’è finita del 2010, con i finanziamenti del Consorzio Venezia Nuova al candidato Orsoni. «Per adesso siamo ancora a zero», dice Pellicani, «i 500 euro per le cartelle li ho messi di tasca mia. Adesso apriremo un conto corrente. Sarà tutto trasparente».
Perché i veneziani dovrebbero aver fiducia di un volto nuovo che non ha mai amministrato? «Una scommessa, il cambiamento non può più attendere», dice Pellicani, «siamo come un treno che parte semivuoto dalla Stazione centrale. Poi si riempirà lungo il percorso. Ce la faremo». Prime attività da candidato il nuovo sito www.nicolapellicani.it e cartelle con il programma distribuite ai cittadini.
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