In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

I vicini aiutano famiglia sfrattata che vive in un garage

Gara di solidarietà a Sottomarina

di Andrea Varagnolo
1 minuto di lettura

SOTTOMARINA. Se non fosse stato per la solidarietà di alcuni compaesani avrebbero passato il Natale al gelo, senza nemmeno avere una coperta per scaldarsi, sistemati “temporaneamente” all’interno di un garage. Ma gli appelli esternati da una delle persone che vive questa situazione, hanno permesso di dar vita a una catena di solidarietà che, a Natale, ha consentito di portare generi alimentari, vestiti, coperte e, soprattutto, calore umano.

«Caro Babbo Natale», così scriveva Federico in una “letterina” diffusa sul web, «per Natale vorrei una casa per la mia famiglia (in garage fa freddo,mia mamma non sta bene e il mio cane è vecchio), un pasto caldo, un bagno, qualche vestito e, perché no, magari un lavoretto».

Federico, 30enne, è il figlio di Fabiana e Massimo e, con loro, da quest’estate è sistemato all’interno un garage di viale Mediterraneo, dopo aver perso la casa, a seguito di uno sfratto. Il padre, 59enne, dopo aver lavorato per 32 anni in un panificio a Venezia, ha perso improvvisamente il lavoro, a causa del fallimento dell’azienda, e dovrebbe attendere altri otto anni per avere diritto alla pensione. La madre, invece, lavorava per una compagnia di assicurazione, ma, per seri motivi di salute, ha dovuto interrompere la sua professione. Anche Federico ha perso, purtroppo, il suo lavoro di pizzaiolo.

Conseguentemente all’impossibilità di poter pagare l’affitto, la famiglia è stata sfrattata e, successivamente, ha trovato una sistemazione di fortuna, grazie all’impegno di un conoscente, che ha offerto loro la disponibilità di un garage. Vani, almeno secondo quanto riferito dagli sfrattati, le richieste di aiuto fatte alle istituzioni e agli enti caritatevoli. Alla viglia di Natale, un gruppo di chioggiotti, mossi a compassione, sono andati a fare visita ai tre, portando generi alimentari e vestiti.

La situazione apparsa agli occhi dei compaesani è stata drammatica, in quanto i tre manifestavano segni di assideramento, quasi fossero rassegnati al loro destino e senza nemmeno le forze per chiedere aiuto. Adesso la famiglia spera che i segni di solidarietà che hanno ricevuto siano solo l’inizio di un percorso che li possa far iniziare una nuova vita.

I commenti dei lettori