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In manette banda di predoni la base operativa era a Marghera

Tre serbi, dopo i colpi nei negozi, outlet e magazzini di alta moda, si rifugiavano in un bungalow del camping Jolly di Marghera dove sono stati sorpresi dagli uomini della Squadra mobile di Padova

di Enrico Ferro
1 minuto di lettura

Ladri specializzati nei colpi a negozi, outlet e magazzini di alta moda. Bande abituate a muoversi nel territorio: Padova, Trebaseleghe, Marghera, Preganziol. Di Padova avevano paura, dicevano che lì “ci sono le api che pungono” intendendo i controlli della polizia. E avevano visto giusto perché il loro ruolino di marcia incessante si è fermato proprio a Padova.

Dorde Bolicevic 31 anni, Ivan Markovic 34 anni e Aleksandar Mijajlovic 30 anni, tutti e tre serbi, erano insieme ai tre ladri che il 9 ottobre scorso hanno messo a segno la spaccata al negozio Moncler di via Santa Lucia a Padova (predoni poi arrestati dalla polizia stradale a Grisignano). Gli uomini della Squadra mobile padovana hanno “mappato” la presenza dei tre predoni analizzando i dati della telefonia cellulare, decriptando i segnali rimasti nelle celle. Da lì sono spuntate le utenze di Bolicevic, Markovic e Mijajlovic. E da lì è iniziata un’attività incessante che ha visto gli investigatori sulla strada giorno e notte, sempre in borghese, sempre a distanza ma sempre presenti.

Gli investigatori della Seconda sezione della Mobile li hanno seguiti in tutti i loro spostamenti, riuscendo da un lato a raccogliere prove a loro carico e dall’altro a evitare danni eccessivi per i negozi.

Erano presenti a Trebaseleghe il 10 dicembre scorso quando la batteria di predoni aveva preso di mira l’outlet della Moncler (furto andato a monte con l’intervento della sicurezza indotto dalla polizia). Erano presenti anche quando, al rientro dalle loro scorribande, si rifugiavano nel bungalow all’interno del camping Jolly di Marghera.

I tre serbi sono gli autori del colpo al negozio Stock Fashion di Preganziol, dove sono riusciti a rubare 360 giubbotti delle migliori marche. L’ultima spaccata, invece, l’hanno messa a segno nel centro di Rovigo.

A quel punto, dopo aver acquisito prove schiaccianti, i poliziotti di Calì hanno fatto irruzione nella stanza in cui i tre dormivano. Lì dentro c’erano molti indumenti risultati rubati proprio nel corso dei colpi commessi nell’ultimo mese. Un blitz eseguito in extremis perché, secondo le intercettazioni telefoniche, questi stavano progettando la fuga dall’Italia e il rientro in patria.

In procura l’indagine è stata seguita dal pubblico ministero Orietta Canova, che ha autorizzato l’ingresso nel bungalow di Marghera. Gli investigatori della Mobile hanno contestato il reato di “associazione a delinquere” perché sono riusciti a dimostrare l’organizzazione strutturale di questa banda. Una banda dotata di una “regia” capace di scegliere giovani incensurati proprio perché, in caso di arresti, nel giro di un mese sono comunque liberi. Sarà così anche stavolta ma hanno avuto la conferma che a Padova le api continuano a pungere.

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