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Blocco Romea, la Cgil resta sola

Cisl,Ugl e Cisal contro la manifestazione. Prime cancellazioni degli autobus

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CHIOGGIA. Corse saltate, pendolari in piedi e ammassati tra i sedili. Le prime proteste degli autisti per l’imminente privatizzazione della linea 80 sono già iniziate con la mancata disponibilità a fare straordinari e mancati riposi. Ma sulle proteste forti, come il blocco della Romea del 9 e 10 dicembre, il fronte sindacale si spacca. Cisl, Ugl e Cisal non aderiranno al blocco e chiedono invece la convocazione di un tavolo urgente con Actv e ente di governo per trovare una soluzione alternativa alla privatizzazione. Lo stato di agitazione proclamato dal 4 dicembre già si fa sentire, con buona pace dei pendolari che venerdì e sabato si sono ritrovati con meno pullman a disposizione negli orari caldi (in cui sono previste corse aggiuntive ndr) dovendosi ammassare all’interno di quelli ordinari o decidendo di aspettare, al freddo, la corsa successiva.

Disagi che poi hanno trovato sfogo ovviamente sui social network. Le corse sono saltate perché gli autisti, a cui viene chiesto di fare straordinari o mancati riposi, declinano per protesta in modo da lanciare già qualche chiaro segnale. I segnali più clamorosi sono però attesi per i prossimi giorni quando la Cgil ha annunciato di bloccare la Romea all’altezza di Valli. Protesta che non sarà unitaria. «I toni si stanno esasperando», spiega Marino De Terlizzi (Fit Cisl) a nome anche di Ugl trasporti e Faisa Cisal, «Non condividiamo azioni di protesta non autorizzate dalle autorità di sicurezza e non consentite dalle norme vigenti. Vogliamo evitare pesanti ricadute per i lavoratori che aggraverebbero i contenuti della vertenza in atto sulla linea 80, senza dar nessun tipo di contributo concreto alla risoluzione della situazione». I tre sindacati richiamano le parti all’applicazione dell’accordo del 2 agosto 2013 nel quale si stabiliva di procedere con l’affidamento in house del servizio e il sub affido del 10% a ciascuno dei tre contratti di Actv. «Se vi è un’alternativa alla privatizzazione della linea 80», continua De Terlizzi, «lo si dica subito, senza tergiversare, per il bene della città e dei lavoratori, altrimenti si rischia che il primo gennaio sia il Prefetto a decidere». (e.b.a.)

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