Poesia della luce: il disegno ha il tratto del capolavoro
Il Museo Correr espone oltre 130 opere della National Gallery of Art di Washington: dal Rinascimento all’Ottocento, da Mantegna e Tiziano ai minori, tutti da scoprire
Enrico Tantucci
VENEZIA. È una parata di capolavori assoluti del disegno veneziano e veneto dal Rinascimento all’Ottocento - dai maggiori a minori, da Mantegna e Tiziano fino a Domenico Campagnola o Jacopo Ligozzi - quella che si offre con la mostra al museo Correr di Venezia, fino al 15 marzo. “La poesia della luce” - questo il titolo dell’esposizione curata da Andrew Robinson, Senior Curator del Dipartimento di Disegni e Stampe della National Gallery of Art di Washington - trasporta infatti in laguna oltre 130 opere grafiche provenienti dal grande museo statunitense che in poco più di settant’anni di acquisizioni mirate e in parte necessariamente dispendiose (come i nostri musei purtroppo non possono più permettersi) ha saputo raccogliere una collezione straordinaria di fogli di artisti soprattutto veneziani, di nascita e di adozione.

Una mostra organizzata con la Fondazione Musei Civici di Venezia, con la collaborazione del suo direttore Gabriella Belli e di Alberto Craievich, conservatore di Ca’ Rezzonico anche con il lodevole intento - come ha ricordato Belli - di destagionalizzare le grandi mostre veneziane, come avverrà il prossimo anno, nelle stesse date, con l’esposizione dedicata a Andrea Schiavone. Sono per lo più disegni “finiti”, come ha ricordato anche ieri Robinson, più che bozzetti preparatori per dipinti, scelti ed esposti in base alla loro eccelsa qualità, e questo spiega l’esiguità dei fogli seicenteschi - nonostante, ad esempio una magnifica “Mano che regge i guanti” di Bernardo Strozzi - che non reggono il confronto con quelli dei secoli precedente e seguente.
E dunque, al di là del tema luministico con cui sono “impaginati”, la mostra invita solo ad ammirare la perfezione di questi disegni che vibrano e che cancellano dunque, in questa occasione, ogni “sudditanza” espositiva rispetto alle tele pittoriche. Sin dall’inizio, quando ad accoglierci sono una “Madonna con bambino e santi” e un gruppo di figure maschili di Carpaccio, ma soprattutto un superlativo, per raffinatezza e perfezione grafica, “Uccello appollaiato su un ramo” di Andrea Mantegna, con cui, sul piano “ornitologico”, rivaleggia, pochi metri più avanti un minuscolo capolavoro di Tiziano, un’“Aquila” dal becco ritorto e l’ala che lo avvolge, che assomiglia quasi a un dragone. Ma che dire di un altro superbo “Giove e Ganimede sopra vasto paesaggio” probabilmente attribuibile a Giovanni Bellini (più che allo stesso Mantegna)? O del maestoso “Sultano orientale in trono” di Albrecht Durer? Ci si ferma ammirati anche di fronte a un’altra opera straordinaria come “Il martirio di Sant’alessandro di Bergamo” di Lorenzo Lotto e su altri disegni meravigliosi di Sebastiano Dal Piombo, Jacopo Bassano, lo stesso Veronese - disegnatore eccelso - con i suoi studi per Giuditta e Oloferne e altri dipinti.

È veramente impossibile sintetizzare la qualità dei disegni di questa mostra, che può solo essere vista - un’occasione da non perdere, forse unica- più che raccontata. Ma restano impresse, ancora le sale dedicate a Giambattista Tiepolo, la sala dell’altro Giambattista, Piranesi e alcuni straordinari disegni di Canaletto, tra cui soprattutto, per il terso e minuzioso splendore del particolare, “Il Bucintoro a San Nicolò di Lido”. Brillano anche i disegni di Guardi - con un poetico “Capriccio lagunare con torre fortificata” due preziosi fogli con architetture di Giacomo Quarenghi, sino all’ultima parte della mostra, quella dedicata all’Ottocento e aperta anche agli artisti stranieri veneziani d’adozione e di ispirazione, con un raffinatissimo pastello di Whistler, le vedute veneziane di Sargent, gli scorci marciani di Prendergast, tra gli altri. Si percepisce, passando attraverso le sale del Correr, l’amore oltre che la competenza con cui questi disegni sono stati scelti e raccolti negli anni e ora riportati, sia pure solo per pochi mesi - la mostra chiuderà il 15 marzo 2015 - anche per la loro fragilità, a Venezia, città in cui la tradizione del disegno è stata sempre rispettata. Anche se - come ricorda Robinson nell’introduzione del bel catalogo Marsilio che accompagna l’esposizione, - è stato spesso affermato, da Vasari in poi, che gli artisti veneziani preferivano la pittura al disegno. Da questa mostra, non si direbbe.
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