Mariutto, si muove la politica
Babato (Udc): «Non si possono ridurre i salari ai dipendenti»
MIRANO. Terremoto Mariutto, si muove la politica. Per maggioranza e opposizione la questione non è solo sindacale. Mercoledì la tregua sancita dalle parti dopo l’assemblea con i lavoratori non cancella le preoccupazioni attorno all’ente casa di risposo.
Dalla maggioranza, l’Udc Giorgio Babato esprime perplessità e intravede rischi per il conflitto tra Cda e dipendenti: «L’ammodernamento della struttura non può essere ostacolato», afferma, «se consideriamo che la quasi totalità degli operatori del Mariutto ha beneficiato degli 80 euro di bonus di Renzi, questo ci fa capire di che salari stiamo parlando. Ridurli ulteriormente può creare situazioni di tensione che vanno evitate. Difficile capire oggi a una revisione delle scelte fatte dagli organi amministrativi nel corso degli anni, imputandone gli effetti solo ai lavoratori. Il Cda supporti il presidente e collabori con le parti sindacali per trovare una soluzione ai problemi emersi, la cui responsabilità ricade solo sugli stessi organi gestionali dell’ente».
Sempre dalla maggioranza Giovanni Boldrin, Federalisti riformisti, aggiunge: «Ormai è sotto gli occhi di tutti come l’ente sia in permanente stato di crisi. Il bilancio in rosso del 2013 è stato ripianato con l’aumento delle rette e i tagli del personale, a luglio è stata pubblicata l’asta per la vendita di terreni, servono 11 milioni per i restauri degli edifici e si rischia di perdere ancora posti letto. È evidente che la politica ha le sue responsabilità, qualcuno dovrà pur pagare o dobbiamo accettare tutto?».
Anche l’opposizione chiede chiarezza. Marina Balleello (Forza Italia), Marco Marchiori (M5S) e Giampietro Saccon (Prima il Veneto) hanno depositato la richiesta di un Consiglio comunale aperto sulla questione, con gli amministratori del Mariutto e i sindacati. (f.d.g.)
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