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Chiudono tre negozi storici Ascom: «Affitti troppo alti»

Sottomarina. Cessano le attività “La Fontanina”, “Carturan” e “Sale & Sale” Anche a Chioggia in corso del Popolo serrande abbassate ogni cento metri

di Elisabetta B. Anzoletti
1 minuto di lettura

SOTTOMARINA. Attività storiche che chiudono, serrande abbassate in attesa di trovare nuovi locatori, cartelli di cessione attività.

In centro storico a Chioggia, ma anche nel cuore di Sottomarina dove a pochi metri hanno chiuso il negozio di abbigliamento sportivo “La Fontanina”, il negozio di biancheria per la casa “Carturan” e a breve chiuderà l’intimo “Sale & Sale”. Forse solo coincidenze, ma a pesare sulle sorti del commercio c’è il caro affitti che inibisce la voglia di fare impresa che pur esisterebbe.

Basta una semplice passeggiata per corso del Popolo per accorgersi che sotto i portici molti negozi hanno chiuso. Carte bianche che coprono le vetrine, cartelli che indicano la ricerca di affitto o la cessione dell’attività. Ogni centinaio di metri se ne vede uno. Alcuni recenti altri un po’ meno a testimoniare che non è facile rimpiazzare un’attività. Ma il caso più eclatante è stavolta a Sottomarina, nella centralissima piazza Italia dove ai tre lati tre attività storiche hanno chiuso o stanno per farlo.

A fine settembre, dopo 65 anni, ha definitivamente chiuso il negozio “La Fontanina” della famiglia Monaco. Un punto di riferimento da sempre per gli sportivi e non solo della città. Quando aprì il cartello sulla posta indicava “Qui c’è di tutto”, in italiano, francese e tedesco e così è stato per molti anni. In facebook, dove è apparso il post per comunicare la chiusura e ringraziare tutta l’affezionata clientela, si sono moltiplicati i messaggi di dispiacere per la notizia e i ricordi di chi da bambino lì comprò la prima tuta da sci e ora magari da papà ha fatto lo stesso per i figli. Qualche metro più in là ha chiuso lo storico negozio di biancheria “Carturan” e sta per chiudere, dopo una liquidazione totale, anche l’intimo “Sale & Sale”. Un triangolo di saracinesche che rimarranno chiuse proprio nel cuore della città. Per due delle tre attività i titolari avevano raggiunto l’età della pensione, ma il risultato finale rimane comunque desolante per il centro turistico della città, soprattutto se si somma alle molte altre serrande abbassate. «Alcune sono chiusure fisiologiche», spiega il direttore di Ascom, Maria Grazia Marangon, «è vero però che in città abbiamo un grosso freno per il commercio dovuto al caro affitti. I proprietari dei locali domandano cifre molto alte, in certi casi assurde, e così quando un’attività chiude è difficile che venga rimpiazzata. Eppure la voglia di fare impresa c’è, anzi con la crisi è aumentata perché chi rimane senza lavoro spesso inizia a pensare di aprire un’attività in proprio. Ma i costi di uno start up sono importanti e spesso chi vorrebbe aprire si spaventa e fa un passo indietro».

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