Vaporetti, emergenza sicurezza Due incidenti in due giorni
Ieri nuovo scontro, senza conseguenze, sotto il ponte di Rialto: un mezzo Actv ha urtato una gondola Antonini (Usb): «Molti avevano segnalato la pericolosità del pontile. Più manutenzione e telecamere»
di Alberto Vitucci
«Fosse successo un’ora dopo, con i mezzi strapieni di pendolari, sarebbe stato un disastro». Sono unanimi i commenti del giorno dopo sul fatto che l’incidente della Giudecca solo per miracolo non ha prodotto vittime. Foto che impressionano, con la grande briccola conficcata nella cabina del motoscafo di linea 4.2 come uno stuzzicadente. Una tragedia solo sfiorata. E riprendono quota le polemiche. «L’incidente ha senz’altro molte concause», dice il segretario del sindacato autonomo Usb Giampietro Antonini, «ma è indubbio che i nostri ripetuti allarmi restano inascoltati. Abbiamo detto che gli invertitori di marcia sono meccanismi delicati, sottoposti a mille tensioni. Si logorano facilmente e i controlli vanno intensificati. E anche che bisogna mettere a poppa le telecamerine per migliorare le manovre. Poi c’è la questione del cantiere. Molti colleghi mi hanno detto di aver chiamato la centrale operativa per segnalare che quel pontone non era sicuro».
Perché non è stata sospesa l’agibilità al pontile vicino? Domande che si rincorrono e responsabilità che adesso saranno accertate dall’indagine della Capitaneria di porto.
Intanto si ripropone il tema della sicurezza della navigazione, esploso negli ultimi mesi. Ieri un lieve incidente, di nuovo sotto il ponte di Rialto. Un vaporetto in attesa di attracco che urta leggermente la poppa di una gondola ferma allo stazio di Riva del Vin. I passeggeri del vaporetto non se ne sono quasi accorti, il danno è limitato alla rottura dell’asticella di poppa della gondola, poche centinaia di euro. E il pilota è sceso per chiedere scusa al gondoliere. In altri tempi non se ne sarebbe nemmeno parlato. Ma a un anno dall’incidente mortale e con il processo in corso per il risarcimemnto al turista tedesco, con le polemiche sul traffico e gli incidenti che si moltiplicano, torna alla ribalta il tema della sicurezza. Il commissario Zappalorto ha promesso interventi drastici a tutela proprio della sicurezza. Le categorie frenano. «Non servono nuovi provvedimenti, basta la vigilanza», dicono insieme gondolieri e motoscafisti.
Il canale della Giudecca è un’altra storia. Onde pericolose e traffico imponente, dai motoscafi alle grandi navi. Ma stavolta la colpa non è del moto ondoso. Il mezzo Actv stava attraccando al pontile quando la retromarcia si è bloccata e il motoscafo del GiraCittà ha fermato la sua corsa dopo qualche secondo di terrore, solo quando il pilota è riuscito a spegnere il motore. L’enorme briccola penetrata nella cabina poteva uccidere se con il mezzo pieno non ci fosse stato il tempo di spostarsi e uscire in coperta.
L’indagine dovrà anche stabilire di chi sia la responsabilità del cantiere, delle autorizzazioni e delle eventuali mancate manutenzioni. Actv da parte sua ricorda che esiste un problema di mancato rinnovo della flotta per la riduzione dei finanziamenti (e degli investimenti). Ma che il mezzo incriminato era stato revisionato l’8 agosto con mille ore di moto. Solo fatalità? Il sindacato insiste: «Episodi come questo si sono verificati anche altre volte, sempre a causa della rottura dell’invertitore». Altri vaporetti sono andati a sbattere in Canal Grande contro i pontili, con conseguenze lievi, solo qualche contuso. Venerdì invece la roTtura è avvenuta con la marcia indietro innestata. E a poppa c’era il palo già issato sulla gru, pronto per essere piantato per la costruzione del nuovo pontile della «Palanca».
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