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Burocrazia e costi scoraggiano i giovani ad aprire imprese

Nel Veneziano i titolari under 35 rappresentano solo il 7,8% Anche le donne penalizzate. Ecco le loro testimonianze

di Gianluca Codognato
2 minuti di lettura

MESTRE. Aprire un’azienda in un giorno e con un euro? Beh, per ora si tratta di pura utopia. Perché burocrazia e costi continuano a essere un fardello che pesa come un macigno su chi desidera fare impresa, soprattutto se è giovane o donna. A Venezia, più che nel resto d’Italia, questo si traduce con dati emblematici: i titolari under 35, poco più di 5.200, concentrati soprattutto nel commercio e nelle costruzioni, costituiscono il 7,8% contro una media nazionale di 10,3 e il loro numero è sceso di quasi 4 punti percentuali da un anno all’altro. Le imprese “in rosa”, circa 13.500, sono poco meno del 20%, contro il 22 a livello nazionale, e registrano un crollo del 16% dal primo semestre 2013 al primo semestre 2015.

«Venezia, come tutto il Veneto», spiegano dalla Camera di Commercio provinciale, «paga una cultura di microimpresa familiare guidata da imprenditori uomini e anziani. Sono stati il traino del boom veneto ma ora si attende un cambio generazionale. In più i settori in cui si concentra la maggior parte dei giovani sono le costruzioni e il commercio che nel Veneziano hanno risentito in modo considerevole della crisi».

Insomma, non è facile fare impresa quando si è giovani e, ancor più, se si è donne. Lo sa bene, per esempio, Maria Chiara Cristofori, 34 anni, titolare della Guest House Santa Margherita in centro storico e presente ieri al workshop organizzato da Venezia@opportunità agenzia speciale della Camera di Commercio, al Novotel di Mestre.

«Da due anni ho aperto una ditta individuale tramite la quale gestisco la guest house», racconta, «ma per riuscire a raggiungere lo scopo ho dovuto superare molti ostacoli. In primo luogo, il finanziamento, per il quale, però, mi sono appoggiata a un istituto di credito di cui ero cliente con l’azienda per cui lavoravo prima. Poi, la fase burocratica, davvero impegnativa e poco chiara, tanto che anche il mio commercialista ha trovato difficoltà a interpretare tutti gli iter richiesti. In Italia poi non c’è alcuna tutela se si entra in maternità e naturalmente bisogna evitare di ammalarsi. Per quanto mi riguarda io devo essere sempre presente. Già oggi (ieri, ndr) per seguire il seminario mi sono portata dietro due telefonini e il tablet. Per fortuna la Camera di Commercio ci aiuta moltissimo».

Andrea Lazzari, 22 anni, ha studiato moda a Milano e presentato la sua collezione in vari Paesi, fra i quali la Russia; ha due ragazzi che si occupano del marketing, un altro che cura i rapporti con i fornitori e un ufficio stampa, ma non ha ancora un’azienda.

«È un costo troppo elevato che in questo momento non posso permettermi di affrontare», spiega. «Ho registrato il mio marchio, ho un brand ma non ho l’azienda. Sto cercando un finanziatore».

Paolo Beccarello, 50 anni, è al workshop di Venezia@Opportunità perché desidera rimettersi in gioco: «Ho fatto per anni il promotore finanziario e sono insegnante. Però vorrei aprirmi una ditta individuale per occuparmi di finanziamenti alle imprese. Vedo che ci sono molti giovani che hanno idee ma che non riescono a partire per mancanza di liquidità. Sono convinto che in tanti non conoscano le opportunità che vengono fornite, per, esempio, dai bandi europei. Sono queste le persone alle quali vorrei dare una mano».

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