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Attesi all’inaugurazione Napolitano e Franceschini, la Boschi rinuncia

Annunciata e poi smentita la partecipazione della ministra delle Riforme. Il presidente della Biennale Paolo Baratta presenta la nuova Sala Darsena: «Un regalo per il Lido»

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VENEZIA. Il “giallo” dell’anti-vigilia della Mostra del Cinema 2014 ha un nome e un cognome: Maria Elena Boschi. La ministra delle Riforme in passerella al Lido è stata annunciata e poi smentita, nel giro di qualche ora, dalla Biennale. Una presenza quella della trentatreenne ministra del governo Renzi che ha cominciato subito a far discutere in un Lido ancora in pieni “lavori in corso” in vista della pre-apertura martedì con il “Maciste alpino” e dell’apertura ufficiale di mercoledì sera con “Birdman” di Alejandro Iñárritu. È confermata la partecipazione alla serata inaugurale del ministro della Cultura Dario Franceschini. Il presidente della Repubblica ha ridotto il suo programma a Venezia: arriverà mercoledì pomeriggio direttamente da Roma, guarderà il film e poi andrà a cena, dormirà in città e ripartirà giovedì mattina. Annullata dunque la visita alla Biennale Architettura programmata in un primo momento per mercoledì mattina.

Baratta: «Con la nuova Darsena un vero Palazzo del Cinema». «Posso dire con orgoglio che questa è una sala che non ha eguali in Italia e che l'insieme adesso diventa veramente un Palazzo del Cinema». Così il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha presentato in anteprima alla stampa la rinnovata Sala Darsena. «Dico questo - ha aggiunto - perchè Sala Grande e Sala Darsena possono essere ora utilizzate in contemporanea su proiezioni parallele e la passerella davanti alla Sala Grande può servire anche per le delegazioni che, attraverso il collegamento che è stato realizzato, possono accedere indifferentemente ad entrambe le sale. Adesso ci sono strutture che aspettano solo idee, con il relativo codazzo di quattrini». Baratta ha quindi illustrato le regole sulle quali si è basato l'intervento, durato otto mesi, su una sala costruita nel 1950 come arena aperta in cemento e poi coperta nel 1991. «In primo luogo - ha detto -, abbiamo operato senza scavare più di quanto necessario e questo ci ha permesso di procedere senza intoppi. La seconda regola è stata quella di non effettuare nessun intervento di edilizia di fatto, se non il rifacimento delle fatiscenti sale di proiezione e di servizio sul retro». «Sarà inoltre possibile - ha aggiunto Baratta - togliere un certo numero di sedie, portando la capienza a circa 1250 posti, e fare un palcoscenico, perchè abbiamo tenuto conto che questa sarà una sala cinematografica, ma potrà servire benissimo anche per congressi»

Baratta: «Adesso manca soltanto recupero del Casinò». «L'ultimo tassello che manca all'appello per la completa ristrutturazione della cosiddetta “cittadella del cinema” di Venezia è il recupero dell'ex Casinò». Lo sostiene il Presidente della Biennale Paolo Baratta. «Per sistemarlo - ha spiegato Baratta - occorrono una quindicina di milioni, visti i problemi storici e monumentali che l'immobile presenta di per sè, con problemi non solo di impiantistica, ma anche di spazi da rispettare». «Per ora ci sono stati alcuni interventi da parte del Comune sugli impianti - ha aggiunto -, anche se vedendoli sarebbe auspicabile che venissero rifatti di qui a cinque anni, mentre noi abbiamo dato una mano per la sistemazione di lastre di marmo e muri, ripulire gli ascensori, bloccare le perdite d'acqua dal soffitto e sistemare gli spazi con l'allestimento di due sale. Ma, per quanto riguarda strutture e impianti e utilizzabilità, visto che c'è un problema di abitabilità in considerazione delle nuove norme, siamo al punto zero». «Quello del Casinò - ha concluso Baratta - è un progetto che dovrà essere realizzato, ma, appartenendo l'immobile al Comune, dobbiamo aspettare che abbia disponibilità. Per ora andiamo avanti con piccole opere di riqualificazione, ma non quella più vasta ed importante che dovrebbe avere».

La storia e i numeri della nuova Sala Darsena. Con una spesa di 6 milioni di euro, coperti dal contributo stanziato dal Comune di Venezia (più una piccola integrazione da parte della Biennale), la Sala Darsena del Lido di Venezia, collocata a immediato ridosso del Palazzo del Cinema, è stata fatta interamente oggetto di un intervento di riqualificazione funzionale. L'opera, che comprende anche la realizzazione (sul lato prospiciente il Palazzo del Casinò) di un nuovo foyer d'ingresso e la sistemazione dell'area esterna pertinente, è inserita nel secondo stralcio di opere di sistemazione del Palazzo del Cinema e delle aree circostanti, il cui progetto preliminare è stato approvato nel 2011. Della sala, di circa 1250 metri quadri, è stato mantenuto solo l'involucro esterno, realizzato nel 1991: eliminate tutte le vecchie strutture e rivestimenti, è stato effettuato un restyling degli interni, anche ai fini dell'adeguamento acustico, utilizzando materiali innovativi, per la prima volta applicati in una sala cinematografica. È stata rifatta la gradinata, con un aumento della larghezza da 70 a 90 centimetri; è stata aumentata la capienza, da 1300 a 1401 posti (più otto per disabili), con l'inserimento di nuove poltrone di miglior comfort; sono stati adeguati tecnologicamente tutti gli impianti (meccanici, di climatizzazione, illuminazione, antincendio e di sicurezza).

Baratta: «Potremmo dividere in due il PalaBiennale». l presidente della Biennale di Venezia Paola Baratta ha annunciato oggi che «è allo studio l'opportunità di dividere il PalaBiennale in due». «Magari avremo alla fine qualche posto in meno - ha detto - ma due sale da sette-ottocento posti ci permetterebbero di raggiungere l'optimum per il numero totale di posti e per la distribuzione nelle sale, nel senso della divisibilità». «Rispetto ad altri festival - ha sottolineato Baratta - siamo squilibrati verso sale grandi, per cui, di strutture fisse di queste dimensioni, non ce n'è più bisogno: quelle che abbiamo bastano e avanzano». «Piuttosto, dobbiamo operare sul fronte della fondamentale elasticità - di qui per Baratta la divisione del PalaBiennale -, perchè occorrono strutture flessibili, da dedicare al mercato e non solo».

Baratta sul turismo a Venezia: «Attenzione ipertrofica sulla Laguna». «Sono problemi di ordinaria amministrazione,in una città con turismo escursionistico e mi stupisce quindi che siano oggetto di polemiche: se si sa che si avranno 18 milioni di turisti, si organizzano le ramazze». Lo dice riguardo alla polemica di questi giorni sul rapporto tra Venezia e il turismo il presidente della Biennale, Paolo Baratta, a margine dell'inaugurazione della restaurata sala Darsena. L'analisi, per Baratta, va quindi condotta ad un altro livello. «Purtroppo - riprende - Venezia è oggetto di un'ipertrofica attenzione nel mondo, per cui, se uno sporca per strada, ne parla anche il Los Angeles Times. E questa ipertrofica attenzione, che trasforma una dimenticanza in uno scandalo, si incontra al tempo stesso con un'incomprensibile disattenzione. Quel che noi dobbiamo dimostrare, allora - conclude - è che a Venezia si possono fare altre cose, rispetto a un turismo escursionistico».

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