Caos Actv, sale la rabbia dei forzati del vaporetto
Mezzi sempre pieni, in ritardo, cattivi odori a bordo: battelli gremiti e i veneziani chiedono di tornare a linee per residenti

VENEZIA. Un giro in vaporetto per ammirare la bella Venezia? Forse di notte quando sono meno pieni, ma se proprio bisogna scegliere come spostarsi, meglio andare a piedi. Lo stesso fanno i veneziani che prendono il mezzo solo quando sono proprio costretti: «Cerco di andare sempre a piedi», Renata D'Ambra, residente a Castello, « perché se lo perdi con la riduzione delle corse devi aspettare e poi quando sono così pieni mi fanno paura, mi manca l'aria solo a guardarli. I turisti non sono informati e vengono lasciati allo sbaraglio. Dovrebbero fare dei servizi diretti per le tappe più turistiche. Inoltre sono rigidissimi con i controlli, ma allora che lo siano anche sulla qualità del servizio».
In effetti, già dai pontili viene male a pensare di salire. Le infinite code, per esempio di prima mattina in Stazione o a Piazzale Roma, non lasciano presagire nulla di buono. Durante il fine settimana prima di montare in vaporetto e andare al Lido si devono attendere anche un paio di giri, subendo sbotti e imprecazioni di chi rimane a terra. Un incubo che inizia già all'interno dell'imbarcadero dove la gente si accalca per conquistare il posto più vicino alla catenella e avere più probabilità di salire. Non è infatti detto che ci si riesca, perché ci sono sempre più furbetti che s’infilano dall'uscita per superare tutti. Una volta a bordo, altro supplizio: contatto forzato tra corpi appiccicaticci e odorini emanati dalle ascelle al vento di chi cerca di aggrapparsi disperatamente da qualche. La peggio ce l'hanno i piedi: pestati da altri piedi, colpiti da spigoli di valigie o attraversati da ruote di passeggini. In genere, il turista ha un trolley, uno zainetto e una macchina fotografica al collo, mente il veneziano la borsa della spesa o il carrello.
«Certo», commenta Anna Tagliapietra, «capisco che i turisti portino ricchezza, ma non si possono mettere insieme persone che hanno carichi grandi come armadi e veneziani. I turisti dovrebbero essere indirizzati e i marinai dovrebbero dire loro dove posizionare i bagagli e anche che non siamo in spiaggia. L'altro giorno uno è entrato a petto nudo in pantaloncini». Non a caso qualcuno - i gruppi Facebook “Via il gabioto....” e “Sciopero dell’Actv” - si era domandato se ci fosse rischio di contrarre malattie. A questo proposito ieri Actv e Usll 12 si sono incontrate per verificare pulizia dei mezzi ed eventuale necessità di intervenire a tutela della salute.
Su questo però i cittadini possono stare tranquilli perché non sono giunte segnalazioni di patologie e le due aziende sono in costante contatto. Molti imputano questo stato di caos a una mancanza di volontà politica: «È diventata come una casba questa città», dice Maurizio Busato, di Castello, «ed è un disagio con la riduzione delle corse. Il problema dei mezzi è solo uno dei tanti di una città che a monte dovrebbe cambiare tante cose. Io sono per il vecchio orario, ogni 10 minuti». Qualcuno lancia l'idea di un conta persone da portare a bordo, altri ripropongono i mezzi solo per veneziani. Tutti scontenti. «Regna il menefreghismo generale», si lamenta Franco Dei Rossi di Cittadini non Distratti, «7 euro per un biglietto è un ladrocinio, considerato poi che stazione e piazzale Roma è pieno di borseggiatori».
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