Per l’incendio all’Excelsior sono indagati in quattro
I titolari dell’impresa De Martino Costruzioni srl del Lido, Saverio e Antonio e i due operai moldavi che quel giorno stavano lavorando nella suite dell’albergo
di Giorgio Cecchetti
LIDO. Per il rogo del tetto della suite dell’Excelsior di tre mesi fa sono indagati i titolari della «De Martino Costruzioni srl», il padre Saverio e il figlio Antonio De Martino, e due dipendenti, i due operai moldavi che stavano lavorando nel cantiere quel giorno. Il reato che il pubblico ministero Francesca Crupi ha contestato è quello di incendio colposo e ha iscritto le quattro persone perché domani la rappresentante della Procura darà l’incarico ad un suo consulente, l’ingegner Francesco Pilo dei Vigili del fuoco, di svolgere la perizia per stabilire le cause dell’incendio e le eventuali responsabilità. L’avvocato Renato Alberini, per conto dei De Martino, ha nominato un consulente di parte, si tratta di Gianpietro Zucchetta. La perizia verrà svolta sulla base dell’articolo 360 del codice di procedura penale, quello che regola gli accertamenti tecnici non ripetibili, cioè tutti quelli che riguardano cose e luoghi il cui stato potrebbe modificarsi con il tempo .
La «De Martino Costruzioni» avrebbe dovuto consegnare la suite a chi gestisce l'albergo dopo i restauri entro il 31 maggio. Ma lincendio ha sconvolto i piani, visto che l’appartamento sotto la cupola è ancora sotto sequestro e nessuno ancora, se non i vigili del fuoco, ha potuto entrarci. I pompieri e gli agenti del Commissariato del Lido avevano confermato che, nell'appartamento in ristrutturazione, c'era una bombola di gas, presumibilmente di butano, che è quello normalmente utilizzato per alimentare il cannello a gas. Cannello che ha la funzione di riscaldare superfici o fondere materiali oggetto di particolari lavorazioni. In edilizia viene solitamente utilizzato per riscaldare i grandi fogli di tela catramata utilizzata per impermeabilizzate i tetti, una pratica vietata a Venezia (si possono stendere anche a freddo) perché ha provocato decine di incendi. Il cannello, infatti, lascia cadere scintille che finiscono su travi vecchie di anni o addirittura di secoli, che inizialmente bruciano lentamente, come si trattasse di una brace, e improvvisamente, spesso per un colpo d'aria, sviluppano le fiamme. Spesso succede dopo alcune ore che si è usato il cannello, durante la notte o nei momenti di pause dei lavori, quando non c'è nessuno a dare l'allarme. Potrebbe, quindi, essere stato un incendio dovuto a negligenza e disattenzione, quindi. Il titolare dell'impresa edile, Antonio De Martino, che tanto aveva puntato su questo lavoro che dava lustro alla sua piccola impresa, non si è dato pace e ha sostenuto che i lavori di posatura delle tele catramate era concluso da tempo, ma il cannello e la bombola del gas erano ancora là in alto, sotto la cupola.
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