Primo consiglio comunale senza Orsoni, bagarre in aula Simionato: «Vogliamo andare avanti, l’interesse superiore è Venezia» / FOTO
Il reggente ai partiti: «Ci sono questioni urgenti, in primis il bilancio da approvare». Le opposizioni: «Dimissioni subito». Lavori sospesi per proteste, poi la ripresa del dibattito

VENEZIA. Primo consiglio comunale senza il sindaco Orsoni, sospeso, dopo gli arresti domiciliari a Venezia.
Sandro Simionato, vicesindaco e sindaco reggente, ha preso la parola ma è stato interrotto più volte dalla contestazione dei comitati della destra: il movimento dei forconi e ancora gli aderenti a Fratelli d’Italia e gruppo “Otto marzo”. Bagarre, contestazioni e risse verbali in aula. Il consigliere Beppe Caccia si è lanciato contro i contestatori gridando: «Dovera eravate quando votavate Galan?». I contestatori hanno urlato frasi pesanti, da «Vergogna» a «Buffoni» all’indirizzo della giunta e più volte il presidente del consiglio, Roberto Turetta, ha minacciato di far intervenire i vigili per sgombrare l’aula o sospendere la seduta. Nel suo intervento, Simionato ha parlato di una «città profondamente ferita con una enorme esposizione mediatica negativa a livello mondiale». Ha ricordato la vicenda giudiziaria, parlando dell’emersione di «un sistema criminale». E ha chiarito: «Fondamentale è che la magistratura e chi avrà commesso reati, paghi, una volta condannato. Nessuno di noi è disposto a coprire nulla e nessuno» e ha spiegato che se l’accusa ad Orsoni (finanziamento illecito per la campagna elettorale del 2010) sarà confermata «risulterebbe frave e non giustificabile sul piano politico ed etico». Ma Simionato ha anche chiarito che «l’azione di Orsoni si è sempre svolta con la massima correttezza amministrativa» e che «l’amministrazione comunale tutta non è assolutamente coinvolta in queste vicende, come ha chiarito anche l’ordinanza della Procura».
Poi Simionato ha citato le urgenze che portano a dire che Venezia non può restare da oggi senza governo: dall’approvazione del bilancio di previsione alla nuova società, la Newco, per la riconversione di Porto Marghera e poi anche eventi di valenza europea, come la Digital Venice di inizio luglio a cui parteciperà anche Matteo Renzi. Da qui l’invito al consiglio comunale a consentire alla giunta, anche senza Orsoni, di lavorare «finché ci sono le condizioni, altrimenti lasceremo la responsabilità e la libertà ai cittadini di esprimersi con il voto».
Poi ha preso il via il dibattito con gli interventi dei capigruppo dei partiti: da Gianluigi Placella (M5s) e Renzo Scarpa (Gruppo misto) i primi affondi, con la richiesta di dimissioni del sindaco e della sua giunta.
«La città ha perso la fiducia e questa classe politica non può promettere e garantire nulla», ha detto Placella. «Tutti a casa, liberiamo Ca’ Farsetti per il bene della città».
Dopo l'intervento polemico di Giusto (Lega Nord), il consiglio è stato sospeso per il disturbo causato dai contestatori e sono seguite altre risse verbali che hanno coinvolto anche l'assessore Bettin e il consigliere Bonzio. Ripresa, prevista per le 18.
Alla ripresa è intervenuto per Forza Italia, il professor Stefano Zecchi che dopo un lungo intervento sulla questione morale e sulla vicenda Mose e consorzio Venezia Nuova, ha invitato la giunta a procedere con l'approvazione del bilancio e poi ad"andare a casa". Il segnale quindi all'amministrazione temporanea di Simionato appare come un via libera a procedere.
Beppe Caccia (In Comune) nel suo intervento è tornato a criticare i contestatori: "Stranamenti questa dozzina di contestatori organizzati se la prende con chi dal 1984 denuncia il sistema di corruzione". E avvisa: Mai più alleanze con parti politiche che ricevono contributi dal Consorzio Venezia Nuova.
Procedere velocemente all'approvazione del bilancio è l'invito accorato di Gigi Giordani (Psi)
Per Costalonga (Fratelli d'Italia) non si deve dimettere solo Orsoni ma tutta la giunta.
"L'azione della magistratura deve proseguire senza indugio", interviene Claudio Borghello (Pd) e ribadisce l'estraneità dell'amministrazione allo scandalo. "Non c'è azione, discussione e atto conseguente di cui temere che sia in capo a questa amministrazione e a questi consiglieri". Sostegno, quindi, dal Partito Democratico veneziano all'azione di Simionato per portare in porto il bilancio: "Ci prendiamo la responsabilità in questo consiglio di portare in porto quel che compiuto non è, negli interessi della città. Al governo chiediamo di farsi parte attiva nella revisione delle regole per la laguna di Venezia".
"Dobbiamo ribadire tutti assieme, tutti i partiti in consiglio, che nessun atto dell'amministrazione può essere colpito dal dubbio", dice Simone Venturini per l'Udc. "Siamo chiamati tutti ad agire per la città. Non so se è meglio chiudere subito o tra tre mesi. Non ho la risposta, lo ammetto. Ma quello che non dobbiamo fare è continuare come se nulla fosse accaduto attorno a noi e non possiamo andare avanti ignorando ciò che è accaduto".
"Basta al sistema Mose, basta al concessionario unico. Basta alle grandi opere che servono solo a chi le costruisce", urla in consiglio Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra). "Mettiamo un punto e da qui si riparte. Sul bilancio se esiste lo spazio tecnico e lo diciamo oggi e poi si va a casa. Il 31 luglio è la scadenza massima a cui possiamo ambire. Questa esperienza amministrativa è giunta a conclusione. Vale per Caccia, vale per me".
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