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Corso Trentin, volantini contro l’isola pedonale

San Donà. L’iniziativa dell’Ascom: «Non chiudiamo quest’area al commercio Siamo senza parcheggi, la crisi ha già ridotto all’osso i nostri guadagni»

di Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura

SAN DONA'. Dopo i cartelloni di protesta, in arrivo una pioggia di volantini contro la zona pedonale. Il dibattito continua sul futuro della Ztl in centro e i commercianti si organizzano.

Mentre sempre più cittadini, seppure critici sulla viabilità alternativa congestionata, prendono confidenza con la pedonalizzazione nel tratto di corso Trentin, gli esercenti e l'Ascom fanno quadrato e si oppongono alle decisioni. A giorni, forse martedì, saranno distribuiti in città tra le vetrine aderenti.

«Corso Silvio Trentin rimanga la via naturale del commercio della nostra città, non chiudiamolo ai cittadini», esordiscono nella prima bozza, «rendere pedonale il tratto centrale del corso, significa allontanare quanti lo hanno da sempre vissuto come “il negozio” al servizio della città. Chiuderlo significa allontanare definitivamente i cittadini, chiudere per sempre le nostre attività, oscurare una parte vitale del centro. Le esperienze recenti hanno confermato: realizzate le zone pedonali, le imprese si sono viste subito abbandonare, perdendo notevoli entrate economiche».

Una forte residenza, dunque, che non è certo un bel segnale. Il Comune ha sempre detto che renderà partecipi i cittadini nella decisione finale.

«In questo momento», sostengono, «la diminuzione degli incassi non è sostenibile, la crisi ha già ridotto all’osso i nostri margini operativi. Qualsiasi ulteriore riduzione mette in grave pericolo la vita stessa delle nostre imprese. La pedonalizzazione ha avuto successo solo in presenza di vie di pregio, con edifici monumentali e in grado di attrarre gente, strade già storicamente nate come pedonali, ma ora assistite da ampi parcheggi di prossimità, sotterranei o su strade e piazze adiacenti. A San Donà, nessuno di questi elementi è presente. È’ appena stata pedonalizzata Piazza Indipendenza, ed è un deserto, cerchiamo di farla rinascere commercialmente e poi parliamo di ulteriori pedonalizzazioni.

«Non basta», si chiedono, «vedere la fatica, durata dieci anni, per rivitalizzare la prima isola pedonale, e in tempi certo più felici di quelli attuali. E tuttavia, quanti sono gli operatori rimasti? Chiudere Corso Trentin è abbassare già le serrande delle nostre attività. E presto, spente le luci, anche il lavoro nostro e dei nostri collaboratori si spegneranno. Non chiudiamo Corso Trentin, lasciamo aperto il futuro di San Donà di Piave».

Un duro sfogo che pare andare contro il tempo e le tendenze. La decisione, alla fine, sarà solo in capo alla giunta che dovrà prendere una posizione decisa e capire quale sarà, senza condizionamenti, la scelta migliore per la città e il suo vero rilancio non solo economico, ma anche sociale perché in centro si tornino a vedere famiglie e persone per bene».

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