«Più corse se si libera il Canal Grande»
L’amministratore delegato di Actv Seno replica alla richiesta del sindaco di tornare alle frequenze ogni dieci minuti
di Enrico Tantucci
«Il sindaco ha pienamente ragione, il servizio di trasporto acqueo di Actv per i veneziani così com’è, non funziona in modo adeguato e possiamo anche pensare di ritornare - come chiede - alle corse che abbiano una frequenza di ogni dieci minuti. Bisogna, però, che si creino le condizioni per farlo e cioè avere il Canal Grande sufficientemente libero - come oggi non avviene - perché i vaporetti, a parità di mezzi, possano rispettare i tempi di percorrenza. Se invece si pensa semplicemente di poter riproporre i vecchi orari nelle condizioni attuali di traffico acqueo in città e con i flussi turistici che sono in crescita costante, è bene sapere che i vaporetti ogni dieci minuti non li avremo comunque, perché è semplicemente impossibile».
È la risposta che l’amministratore delegato di Actv Giovanni Seno dà alle dichiarazioni del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, che annuncia una prossima convocazione dei vertici dell’azienda (forse già oggi) proprio per cercare di mettere riparo a una situazione di disservizio e di superaffollamento sui vaporetti e agli imbarcaderi, acuito dall’esplodere della stagione turistica.
Anche ieri salire a bordo dei mezzi pubblici di trasporto acqueo, con la gran massa dei turisti calati in laguna per il ponte lungo del Primo Maggio è stato in alcuni casi un’impresa.
«Così il servizio non funziona», ha già ripetuto Orsoni e Seno concorda, però rilanciando la palla a Ca’ Farsetti, pur non negando le responsabilità dell’azienda, ad esempio per i molti, troppi mezzi in manutenzione. «Sono circa il 30 per cento del totale - spiega - e anche un’analisi commissionata a Kpmg lo scorso anno ha certificato la mancanza di efficienza dei cantieri di manutenzione di Actv. Dobbiamo indubbiamente migliorare, ma il parco mezzi è vecchio e ora non ci sono risorse per rinnovare la flotta, come sarebbe necessario, ad esempio con l’adizione di nuovi battelli foranei per i collegamenti con le isole, come propone anche l’assessore Bergamo».
Ma il problema principale per Actv restano i flussi turistici, la loro gestione e gli effetti che l’assenza di governo provocano anche al trasporto pubblico. «Non abbiamo pensato di cambiare gli orari per complicare la vita ai veneziani - insiste l’amministratore delegato di Actv - ma per cercare di governare la situazione. Per avere un Canal Grande più sgombro servirebbe, ad esempio, l’applicazione integrale dei 26 punti sul traffico acqueo in Canal Grande varati dall’assessore Bergamo e che sono stati progressivamente “annacquati” per le proteste delle categorie, a cominciare dai trasportatori. Servirebbe il raddoppio dei pontili, che faremo, ma va a rilento anche per pastoie burocratiche e perché nessuno li vuole sotto casa sua. Ma soprattutto serve un reale controllo dei flussi turistici, in crescita costante. Se non si fa nulla, anche la situazione del trasporto pubblico in città peggiorerà sempre di più, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi. Ma queste cose il sindaco le sa già perfettamente».
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