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«Città metropolitana? Sarà caos totale»

Zaccariotto (Provincia): «Sei mesi di governo provvisorio e nessun passaggio di consegne». E se la prende con Dalla Tor

di Francesco Furlan
2 minuti di lettura

È più sconsolata che arrabbiata, certa del fatto che «fino a fine anno sarà un caos», e sconcertata dal fatto che il suo vicepresidente, il senatore Mario Dalla Tor (Ncd) abbia schiacciato il bottone senza battere ciglio, obbedito agli ordini di scuderia senza dire che «questa legge così com’è fa schifo». Dove per questa legge la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, parla del disegno di legge (Ddl) Delrio - prevede l’abolizione delle provincie e per ciò che riguarda Venezia l’istituzione della città metropolitana - sul quale il governo Renzi aveva posto la fiducia, approvato mercoledì sera dal Senato dopo una giornata molto tesa.

Va da sé che nessun tacchino ha voglia di essere invitato al giorno del ringraziamento - e ieri nella riunione di giunta in tanti si sentivano nei panni del pennuto - ma questo più che un tacchino - riflette la Zaccariotto - è un pasticcio, e neppure riuscito tanto bene. Il perché lo spiega la presidente della Provincia in scadenza di mandato a maggio. «Da quando entrerà in vigore il Ddl Delrio io e la giunta resteremo in vigore fino al 31 dicembre, a titolo gratuito» dice «e io non posso vivere di volontariato, quindi non potrò dedicare alla Provincia il tempo che dedico oggi. Senza contare il fatto che potremo intervenire solo per atti urgenti e improrogabili». Cede il tetto di una scuola? Si ripara. C’è una buca sulla strada? Resta dov’è, almeno fino a che non arriva il sindaco metropolitano, alias Giorgio Orsoni. «Saranno mesi di caos», sottolinea la presidente, anche perché è stata modificata quella parte della legge che prevedeva - per gestire la transizione - un comitato composto dal presidente della provincia, dal sindaco del comune capoluogo, dal presidente della Regione, e da un altro sindaco della futura città. Così, come previsto con il nuovo testo, non ci sarà nessun passaggio di consegne. «Città metropolitana e provincia si occuperanno delle stesse cose, scuole, infrastrutture, turismo, lavoro», aggiunge la Zaccariotto, «e anche il personale verrà totalmente assorbito dal nuovo ente, quindi non si capisce dove stia la novità. Cambierà solo il nome». Oltre, ovviamente, alla struttura, dal momento che il sindaco del comune capoluogo, Giorgio Orsoni, sarà sindaco della città metropolitana, composta da due assemblee, il consiglio metropolitano (una sorta di giunta) e la conferenza metropolitana, composta dai sindaci. «E ho l’impressione che non servirà a snellire ma appesantirà le decisioni: pensi che fatica mettere d’accordo 44 sindaci con testi diversi, di partiti diversi, e con obiettivi diversi». Chissà come avrà fatto Dalla Tor - bisbigliavano ieri gli assessori - a votare una legge del genere. «Sono molto dispiaciuta», affonda la Zaccariotto, «che sia stato proprio il mio vice a votare questa legge».

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