«Il governo finanzi i 1300 contratti di solidarietà in zona»
Allarme della Cgil Miranese e Riviera: «Licenziamenti in aumento del 20 per cento, si rischiano pesanti ricadute»

MIRANO. Numeri da spavento e che potrebbero aggravarsi: per il 2014 non si prevedono grandi miglioramenti. Ieri la Fiom Cgil ha messo sul tavolo i dati della crisi delle aziende di Miranese e Riviera. I licenziamenti da inizio anno sono cresciuti del 20%, arrivando a quota 1100. Di questi, tra il 15 e il 20% sono metalmeccanici. Tra le situazioni da tenere “calde”, ci sono aziende come Aprilia, Pometon, Ilnor, Da Lio spa, Sae D. Group e Bp Riduttori, dove si contano 1300 lavoratori in contratto di solidarietà.
Cgil chiede di rifinanziare per il 2014 l’ammortizzatore per l’80 per cento. Operazione senza la quale gli operai si troverebbero a vivere con un reddito decurtato al 60%. «Se l’esecutivo non mette i soldi» spiega Giuseppe Minto «molte piccole imprese saranno costrette a chiudere con una pesante ricaduta sociale».
L’altro grido d’allarme arriva da Michele Valentini. «La crisi è ancora forte» fa sapere «ma solo le aziende che hanno rapporti con l’estero riescono a stare sul mercato. C’è il paradosso, però, ci siano problemi di liquidità per gli investimenti perché le banche sono sempre più restie a dare finanziamenti. Quindi ci sono casi dove i lavoratori non percepiscono lo stipendio da mesi nonostante la produzione vada bene».
Fiom Cgil ha analizzato due casi del comprensorio: Aprilia di Noale e Pometon di Maerne. Fiom Cgil spera di poter avere il piano industriale Aprilia entro Natale; infatti giovedì 19 e venerdì 20 ci saranno altri due incontri con l’azienda che, a questo punto, potrebbero essere, se non decisivi, importanti per il futuro. Il contratto di solidarietà vigente riguarda 360 lavoratori di Scorzè, mentre è stato ridotto dai 360 dello scorso anno a poco meno di 300 il numero per quelli di Noale. La produzione resterà ferma fino al 19 gennaio e non riguarderà tutte le linee. Quanto a Pometon dopo il mancato accordo di inizio ottobre per l’azienda metallurgica, la proprietà aveva parlato di aprire la procedura di licenziamento per 42 persone. «A questo non è stato dato seguito» riferisce Alberto De Rossi di Fiom Cgil «ma a fine ottobre ne ha iniziata una seconda per 29 persone. Tra volontari e altri casi, una metà potrebbe essere individuata ma restano gli altri, che Pometon indica in fonderia e reparto del ferro dove non c’è possibilità di attingere. Vogliamo garanzie, che non ci siano esodati e penalizzati».
Alessandro Ragazzo
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