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«Troppi turisti, così Actv non regge»

«Verificatori aggressivi? Puniremo i responsabili», ma ormai nei vaporetti è rivolta contro i controllori “prepotenti”

di Enrico Tantucci
2 minuti di lettura

«Se il numero dei turisti continuerà ad aumentare, l’Actv non potrà fare fronte alla situazione, perché le dimensioni della città sono sempre le stesse e il numero dei vaporetti e degli approdi non può essere aumentato all’infinito. Nelle ore di punta lungo il Canal Grande arriviamo a mettere in acqua 48 mezzi. Oltre non si va, perché non ci si muoverebbe più, mettendo a rischio proprio la sicurezza del traffico acqueo che ora si vuole difendere. Lo dicono anche in vista dei flussi aggiuntivi previsti con l’Expo del 2015. È un problema di Venezia, del governo della città, prima che della sua azienda di trasporto acqueo, perché si era fissata, qualche anno fa, una soglia massima di presenze tollerabili tra gli 8 e i 12 milioni di persone e siamo già a più del doppio». Sono parole chiare, e in qualche modo anche coraggiose - perché impopolari - quelle dell’amministratore delegato di Actv Giovanni Seno, affiancato dal direttore dell’azienda Nicola Cattozzo. Parole che fanno capire che - se non si comincia a intervenire sui flussi turistici in entrata, non con gli auspici, ma con qualche misura concreta - situazioni come quelle del ponte di Ognissanti e dei giorni “caldi” della Biennale Arti Visive sono destinati a ripetersi. «L’azienda sta facendo il massimo - insiste Seno - abbiamo garantito stipendi e occupazione e quest’anno chiuderemo il bilancio con 9 milioni di euro di passivo contro i 18 dell’anno precedente, con l’obiettivo del pareggio entro il 2015, grazie anche al nuovo accordo raggiunto con i sindacati che sta per diventare operativo, nonostante tagli del 30 per cento dei finanziamenti regionali. A Genova, dove ci sono stati quattro giorni di protesta per i trasporti, la Regione dà all’azienda di trasporto 4 euro a chilometro contro i 2 che passa a noi la Regione Veneto. Se il biglietto turistico a Venezia costasse come quello dei residenti, come avviene nelle altre città, avremmo un passivo di 66 milioni di euro contro un patrimonio di 44 e avremmo già portato i libri in Tribunale. Vorrei che i veneziani, oltre a lamentarsi per qualche ritardo nelle corse, cominciassero a riflettere seriamente su questa situazione». E anche sulla riorganizzazione delle linee - a cominciare da 1 e 2 - che sta facendo discutere e protestare i veneziani, specie quelli di Giudecca e isole, l’amministratore di Actv non si nasconde: «Dobbiamo aumentare la capacità di carico dei vaporetti, evitando che quelli della linea 2 siano strapieni e quelli dell’1 semivuoti. Anche i veneziani devono cambiare le proprie abitudini, accettando di impiegare qualche minuto in più di percorso, perché se abbiamo ridotto da 6 a 5 le linee orarie, le abbiamo rafforzate nelle ore di punta e nel complesso non c’è riduzione di servizi». Sulla questione dei verificatori antievasione troppo ”aggressivi” sui vaporetti - come testimoniano le proteste degli ultimi giorni - Seno prende un impegno preciso: «Oggi (ieri ndr) - incontrerà i rappresentanti della Holaceck, l’azienda esterna che ci affianca nel controllo dei biglietti e chiederà formalmente che vengano puniti i verificatori che sono andati al di là del loro ruolo, essendo troppo aggressivi con i passeggeri sprovvisti di biglietto. Ma non abbasseremo minimamente per questo la battaglia contro l’evasione tariffaria e voglio sottolineare che anche gli episodi contestati riguardano comunque persone sprovviste di biglietto. La gente deve abituarsi a pagare la multa se sale sul vaporetto senza biglietto o senza averlo vidimato, senza per questo dare in escandescenze». Sulla linea Canal Grande, che dovrebbe arrivare dall’estate, l’amministratore delegato di Actv precisa: «Partirà solo se prima, oltre ai nuovi approdi, sarà stato riorganizzato tutto il traffico acqueo e non sarà comunque l’unificazione di linea 1 e 2. Ma per garantire un vaporetto ogni 6 minuti, vogliono prima essere sicuro che il Canal Grande sia davvero più sgombro. Altrimenti si resta così come siamo».

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