«Trasformare i boschi in oasi»
Sono quelli di Campalto e dell’Osellino: proteggiamoli dalla caccia

CAMPALTO. Trasformare in oasi il Bosco di Campalto e il Bosco dell’Osellino, per proteggerle da bracconieri e le barene del Quartiere di gronda Lagunare, dal Parco di San Giuliano sino alla foce dell'Osellino a Tessera. A chiedere a gran voce l’istituzione di aree di conservazione, è il Gruppo provinciale del Pd, che ha messo la propri volontà e la richiesta agli Enti competenti nero su banco, nelle osservazioni presentate al Piano faunistico venatorio in discussione. «Si tratta di due osservazioni per creare, nelle aree indicate, delle oasi di protezione dalla caccia. L'attuale normativa, infatti, non è sufficiente all'esclusione assoluta di attività venatoria. Ma andiamo con ordine: «Il territorio oggetto della proposta di creare un’oasi nelle barene di Campalto, è compreso tra il canale Osellino, il canale ‘ghebo’ di Tessera a Nordest, il canale delle ‘rotte’ a Sud Est. L’area ha una superficie di 320 ettari, comprendendo anche l’argine sinistro del fiume Marzenego e l’area della discarica di rifiuti tossici e nocivi messa in sicurezza dal Magistrato alle Acque. Alcune associazioni la Salsola e il Wwf hanno presentato, alle Istituzioni pubbliche interessate, un progetto di Oasi naturalistica».
La richiesta del gruppo consigliare del Pd, dunque, è quella di fare in modo che le aree vengano preservate e che non si possa in alcun modo cacciare. E ancora: «L'istituzione dell'oasi è importante per consentire, in assoluta sicurezza” spiega il consigliere provinciale, Lionello Pellizzer, «di organizzare visite guidate della gronda lagunare e delle barene. Tutta l'area è demaniale ed è stata risanata con importanti investimenti pubblici [ricordiamo l'area ex tiro a piattello e l'area dei fosfogessi».
E c’è poi la partita dei due boschi, quello di Campalto, appena passato dall’egida dell’Immobiliare Veneziana a quella dell’Istituzione Bosco e Grandi Parchi e il Bosco dell’Osellino, un bosco più adulto, creato nel 1994, che è stato curato dall’Agenzia Regionale delle Foreste, dove crescono 13 mila piante di ben 35 specie diverse. Lo scopo delle istituzioni delle osasi è quello di mantenere la biodiversità di flora e fauna e consentire un accesso e una fruizione in totale sicurezza.
Marta Artico
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