Maniero in una maglietta, la denuncia: «Fermate la vendita»
Il nipote di Donato Agnoletto contro l’iniziativa di una ditta che vende t-shirt con la faccia del famoso criminale

VENEZIA. La faccia sorridente di Felice Maniero, a fianco tre fori di proiettile e sotto il titolo di un articolo di stampa sulla celebre rapina al Casinò. Chiude la composizione la scritta in dialetto: “Fasso rapine”.
Felice Maniero diventa una maglietta prodotta e venduta da un marchio, Pakkiano, che sta raccogliendo prenotazioni su Facebook in attesa di aprire il proprio sito. A denunciare la vendita è Andrea Camilli, veneziano, noto per il suo impegno politico con il movimento de “La destra”.
«Ma la politica non c’entra nulla, io davanti a quella maglietta che inneggia ad un mafioso da parte di un imprenditore che pensa di fare marketing made in Veneto, facendoli rappresentare da Maniero, mafioso e criminale, non ci sto. È una autentica vergogna».
Camilli è toccato direttamente: è il nipote di Donato Agnoletto, che venne rapito da finti finanzieri, in realtà appartenenti alla banda di Maniero, portato in un casolare a Marghera e ridotto in fin di vita dopo una azione malavitosa che voleva fingere una rapina finita male.
«Gli spararono tre colpi di pistola perché volevano estorcergli informazioni su come entrare nel caveau del Casino per rapinarlo», racconta Camilli, « e la maglietta cita proprio quell’episodio. Ora, assieme a mio zio, decideremo cosa fare e come tutelarci», racconta.
Camilli ha protestato sulla pagina del produttore della maglietta, che nelle informazioni della sua pagina scrive: «Non intendiamo esaltare la criminalità organizzata».
Ma a Camilli non basta: «Queste magliette sono come quelle che ineggiavano alla mafia e che hanno fatto vergognare l'Italia. Bisogna bloccare questa vendita ignobile».
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