Partigiani zittiti protesta in piazza per la Liberazione
A San Donà “Bella Ciao” si contrappone alle marce militari A Jesolo scoppia la polemica per la bandiera rossa di Sel

Festa della Liberazione, le polemiche si accendono dalle rive del Piave fino al litorale Jesolano, segno che la riconciliazione è lontana. Impossibile ormai festeggiare la giornata della Resistenza partigiana senza che vi siano attriti. A San Donà ha iniziato l'Anpi, scrivendo addirittura al presidente Napolitano per il divieto di salire sul palco con il sindaco, che quest'anno ha chiamato invece gli studenti a ricordare la Resistenza e i suoi valori. I sogni di una generazione che ha combattuto per la libertà, come ha sottolineato Francesca Zaccariotto.
Gli iscritti dell'Anpi sono rimasti in silenzio ad ascoltare, mentre la lista SinistraSandonà di Marina Alfier è arrivata con un gruppo di giovani che alzavano cartelli di protesta inneggianti ai partigiani a difesa della Costituzione. Il gruppo della Alfier ha intonato "Bella Ciao", soffocata dalle trombe della fanfara dei bersaglieri che con le sue sinfonie e marcette ha stemperato i toni.
L'Anpi ha voluto portare un gruppo di giovani a ballare e suonare in piazza. Anche qui, scontro tra la Alfier e il vice sindaco, Alberto Gobbo, che ha chiesto che il gruppo di danze folcloristiche si spostasse dalla piazza, dove disturbava le bancarelle. Tra Gobbo e la Alfier c'è stato addirittura uno scambio di vibrate contumelie.
Non sono andate meglio le cose a Jesolo. «Quella bandiera non mi piace, l'unica bandiera che riconosco è il Tricolore». «Questa la frase pronunciata dall'oratore di AssoArma, riferendosi alla bandiera di Sinistra Ecologia e Libertà», denuncia Salvatore Esposito, «una cosa grave in quanto, a differenza di un analogo attacco lo scorso anno fatto da una persona responsabile di un’altra associazione, ma a titolo puramente personale, questa volta è stato condotto direttamente dal microfono del palco. Offensiva in quanto pronunciata da una persona in divisa che si arroga il diritto di decidere chi deve essere presente in piazza, in spregio alla Costituzione, nata dalla Resistenza. Stigmatizziamo anche il comportamento degli oratori che si sono susseguiti: silenzio assoluto su quanto accaduto sia da parte del sindaco sia, cosa ancora piu grave, anche da parte dell'oratore dell'Anpi. È proprio all'Anpi provinciale e nazionale che eleviamo formale protesta e richiesta di chiarimenti; protesta formalmente elevata anche a livello personale in qualità di iscritto. Manderemo questa relazione su quanto accaduto anche ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato nonchè al Presidente Napolitano».
Giovanni Cagnassi
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