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Minacciato l’avvocato Cornelio:«Sono stati gli antiabortisti»

Una lettera con la lapide, la foto del legale e la riproduzione di un proiettile è arrivata nello studio Possibile legame con il risarcimento deciso dalla Cassazione per il caso di un bambino nato down

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Una lettera anonima, infilata nella cassetta delle lettere dello studio di via Vespucci, in pieno centro a Mestre. Dentro il disegno di una lapide con la foto dell’avvocato veneziano Enrico Cornelio, quindi la foto di un proiettile di pistola. Una minaccia pesante per il legale che non è un penalista, che non segue processi che vedono protagonisti rapinatori o spacciatori. Segue in particolare cause del lavoro e cause civili, soprattutto dalla parte dei lavoratori nel primo caso o di cittadini che chiedono risarcimenti ad enti ed istituzioni che accusano di averli danneggiati. A prima vista, quindi, una minaccia incomprensibile, difficile da interpretare: l’avvocato Cornelio, comunque, ha presentato denuncia ed ha portato ai carabinieri busta e contenuto.

Studiando il contenuto della lettera anonima, però, il legale veneziano avanza un’interpretazione e un’ipotesi, individuando nel fronte antiabortista la possibile mano anonima che ha spedito la palese minaccia. La foto che riproduce la sua immagine messa sulla lapide di una tomba disegnata è ritagliata da una pagine de la Nuova di poco più di un mese fa. Il 4 ottobre scorso, infatti, sul giornale era comparso un articolo (accanto c’era l’immagine del legale) con il quale si dava la notizia che l’avvocato aveva vinto in Cassazione una causa importante: i giudici della Corte, per la prima volta, avevano riconosciuto non solo ai genitori, ma anche al figlio nato con la sindrome di down il diritto ad essere risarcito per la mancata (o errata) diagnosi precoce della sua malformazione genetica, da parte dei medici di un'Asl. Accertamenti che - se correttamente effettuati - avrebbero messo la madre nelle condizione di scegliere tra l'interruzione o il proseguimento della gravidanza.

«Il dettaglio di quella mia foto presa dal vostro giornale», spiega Enrico Cornelio, «mi fa pensare al profilo psicologico dell’anonimo estensore: è un simpaticone che per oltre un mese si è tenuto l’articolo in evidenza. Non mi vuole bene e non l’ha tenuto per congratularsi. E’ un militante antiabortista che non digerisce il risarcimento ai bambini down e le diagnosi precoci». «Il fatto che il risarcimento al bambino, riconosciuto dalla sentenza della Cassazione, sia la soluzione di un problema molto più serio che è quello di garantire un avvenire a questi infelici - infelici anche se sono dolci e sorridenti - quando i genitori non ci saranno più. Un problema che sfugge a chi mi minaccia» conclude il legale.

La posizione dell’avvocato sulla questione dell’aborto non è nota, ma non si tratta certo di un uomo che nel passato e nel presente ha militato nelle fila della sinistra e il bersaglio scelto dall’anonimo che lo ha minacciato probabilmente forse non è quello giusto.

Giorgio Cecchetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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