In ottocento al pellegrinaggio
I fedeli hanno sfilato con il patriarca Moraglia, poi la messa alla Salute

VENEZIA. L’Anno della Fede. Dalla chiesa dei Gesuati alla basilica della Salute. È iniziato ieri, di buon mattino, il primo pellegrinaggio mariano diocesano voluto dal patriarca Francesco Moraglia. Nonostante la nebbia il calore della fede ha riunito oltre ottocento persone che lungo la fondamenta delle Zattere hanno cantato e meditato il “santo rosario”. Nella basilica della Salute il presule ha celebrato la messa. Nell’omelia il patriarca Francesco ha spiegato con chiarezza l’importanza dell’orazione mariana: «Dobbiamo riscoprirla. È preghiera contemplativa non ripetitiva». Poi riferendosi alle cattedrali medievali: «Vetrate, mosaici e dipinti erano la Bibbia e il catechismo di chi non sapeva né leggere né scrivere e di chi non aveva la possibilità di accedere alle grandi biblioteche. Così il rosario è stato e rimane la preghiera dei semplici, di chi non aveva o non ha dimestichezza con i libri liturgici e con i classici della spiritualità cristiana. È la preghiera democratica per eccellenza». Con vigore ha aggiunto: «Non richiede, vivaddio, né lauree né dottorati ma semplicemente un cuore capace di stupirsi». Il patriarca ha concluso con un invito: «Vi aspetto tutti la prossima domenica, alle 15, in piazza San Marco per la messa di inizio dell’Anno della Fede». Poi la colazione fraterna. Nello stracolmo refettorio del Seminario i primi “grazie” al patriarca. Paolo Fior dei Frari: «C’era bisogno. Ricarica». La mestrina Graziella Lanza ha rievocato il grave lutto: «Due anni ho perso il mio secondogenito in un incidente stradale. Noi genitori sappiamo di essere nel cuore del Patriarca».
Nadia De Lazzari
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