Mirano, i disegni dei bimbi per gli alberi tagliati a scuola
A Ballò il Comune ha deciso di abbattere le piante considerate a rischio schianto: i bambini di fronte al cortile vuoto della scuola scrivono pensieri e danno un colore al loro dolore
di Filippo De Gaspari
MIRANO. Li abbiamo cresciuti nel mondo fantastico degli alberi, raccontando fiabe incredibili per addormentarli, dipingendo nei loro sogni la magia del bosco e insegnando loro ad amare e proteggere questo miracolo della natura. Poi un giorno i nostri bambini vanno a scuola e trovano le motoseghe già in azione.
Non c’è più ombra alla scuola elementare Manzoni di Ballò, a Mirano. Non ci sono più i grossi fusti dietro ai quali giocare a nascondino, non ci sono più le chiome dove si potevano scorgere i nidi del picchio. Poteva essere l’ennesima polemica cittadina tra il Comune che taglia agli alberi e il solito comitato di quartiere che protesta. A Mirano sarebbe stato un film già visto. Invece a farci narrare una storia diversa sono i bambini. Da una parte loro, piccoli cittadini di terza e quarta elementare, di là semplicemente i grandi, gli adulti. Adulti cattivi, con la motosega in mano, pronti a distruggere alberi e sogni. E poco importa se a Ballò era necessario (il Comune spiega che quelle piante erano a rischio di schianto).
Cresciuti con le fiabe del bosco, loro immaginano, elaborano, osservano e, in silenzio, giudicano. Magari poi, come in questo caso, liberano su un foglio le loro frustrazioni. È così che dalla stessa scuola sono usciti disegni, pensieri, poesie.
«Che peccato, il nostro giardino era uno spettacolo con quegli alberi, ora non mi piace più» scrive Nicolò, «Prima potevamo giocare a nascondino o a calcio, adesso sarà molto difficile nascondersi. Abbiamo anche trovato cinque piccoli uccellini morti. L’uomo deve sempre rovinare tutto». «Adesso che avete tagliato gli alberi c’è poco da giocare, voi direte che abbiamo più spazio, ma a me non piace lo stesso. Mi sembra di non essere più nella mia scuola» è il pensiero di Giulia.
La favola? La scrive Laura: «Un giorno sono arrivati due taglialegna, hanno segato sette alberi e hanno spianato mezzo giardino. Forse sporcavano un po’ con le loro foglie, ma bastava potarli».Accanto ai pensieri, i disegni: immagini di devastazione dove pinze metalliche stritolano tronchi indifesi per farne segatura. Fotogrammi rielaborati dalla loro mente su un foglio mentre fuori continuava lo scempio. «Per colpa di voi boscaioli non possiamo giocare a nascondino o a prenderci» aggiunge Luca «Non si potranno fare tanti giochi e d’estate ci cuoceremo. Rivogliamo i nostri alberi».
Manuel è arrabbiato: «A me non piace quello che hanno fatto agli alberi, loro dovevano vivere: mi sa che l’hanno fatto solo per divertimento e non perché serviva la legna».
Alice invece è una bambina riflessiva e ha voluto comporre una poesia: «Alberi, alberi che ci facevate sempre compagnia, le nostre paure mandavate via, un giorno arrivarono i taglialegna, i vostri tronchi li hanno portati in Sardegna. Perciò vi dico avete tagliato un nostro amico».
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