Istituto e Regione increduli ma c’erano dei sospetti
«Ci costituiremo parte civile, azioni esemplari sotto il profilo disciplinare» Nell’ufficio in pratica nessun controllo. La delusione della presidente Fontanella
di Renzo Mazzaro
MIRA. Fermo restando che siamo tutti garantisti fino a sentenza passata in giudicato, la teoria del presidente Luca Zaia è quella della Regione palazzo di cristallo. Quella del capointesta della cultura Marino Zorzato, suo vice, è una variante: la teoria della mela marcia. E del danno d’immagine. La Regione si costituirà parte civile contro il funzionario infedele. Ma la teoria della mela marcia suppone che il proprietario del cesto delle mele non sia mai andato a dare un’occhiata, altrimenti si sarebbe accorto di quella marcia. A chi toccava il controllo? Zorzato si risente, quando gli facciamo questa domanda: non certo a lui. Non toccava neanche all’Istituto Ville Venete, quando la rifacciamo nella conferenza stampa convocata dal consiglio di amministrazione alle 5 “de la tarde”: anche l’Istituto si costituirà parte civile, anzi sta valutando «azioni esemplari sotto il profilo disciplinare». Ne consegue che l’architetto Marco Brancaleoni doveva controllarsi da sé. Purtroppo gli è scappato il pedale dal freno. Fortuna che non è l’Armata Brancaleone. Sono solo in due nell’ufficio tecnico che conduce le istruttorie. Cosa che peraltro consente di dire che le mele marce sarebbero il 50%. Ma per quanto ne sappiamo, Brancaleoni potrebbe essere al primo tentativo, oppure andare avanti a colpi di 5000 euro da anni. Chi può dirlo?
Ci sta malissimo Giuliana Fontanella, professoressa vicentina, presidente dell’Istituto, quando spingiamo le domande per cercare di capire dove può essere la falla. E’ in carica appena da 7 mesi, ha voluto portare a tutti i costi la sede in terraferma, trasloco ultimato a gennaio, che fa risparmiare i 100.000 euro di affitto all’anno pagati per la sede di Piazza San Marco. Sta lavorando ad un programma di fruibilità e di accessibilità massima alle ville. E le arriva questa mazzata a tradimento, povera donna. Con lei ci sono il vicepresidente Giampi Zanata, i consiglieri Mariella Mazzetto, Michele Carpinetti, Franco Dusi, Nazareno Leonardi e il direttore Carlo Canato, l’uomo che mette l’ok sulle domande di finanziamento istruite da Marco Brancaleoni e Claudio Albanese, i due funzionari con mansioni intercambiabili dell’ufficio catalogazione e istruttorie. Con la valutazione tecnica, il benestare della Soprintentendenza, il punteggio e la collocazione in graduatoria, la domanda arriva in Cda, che autorizza. Per fare diversamente, il Cda dovrebbe impugnare la relazione tecnica. Non risulta che si sia mai spinto a tanto. Almeno non è stato detto. Ma la sensazione che qualcosa non funzionasse c’era ben prima di ieri, quando tutti sono caduti dal pero: Giuliana Fontanella informa che il Cda aveva deciso da tempo di cambiare la formula dei bandi. Di più: la presidente aveva spedito al direttore Canato una lettera con istruzioni precise a erogare il saldo del finanziamento solo dopo la conclusione accertata di tutti i lavori previsti. Il Cda aveva deciso anche di condurre sopralluoghi nei cantieri delle ville oggetto di restauro.
La disponibilità al confronto di Giuliana Fontanella segnala la volontà dell’Istituto di non farsi prendere per il naso. Ma che fosse possibile farlo, è fuori discussione. Non solo per le eventuali mazzette, che sono un reato. L’iter dei finanziamenti ha consentito finora l’autogestione degli uffici. O un alto grado di discrezionalità nella scelta tra mutui a tasso agevolato e integrazione fino al 20% con finanziamento a fondo perduto. L’Istituto lavora assieme ai privati, costituiti in un’associazione di proprietari di ville. Uno dei loro rappresentanti siede nel Cda dell’Irvv, si chiama Angelo Grella, ma ieri non era presente. In passato questa commistione aveva dato adito a polemiche, per il sospetto che i privati a manovrassero a piacere i fondi pubblici. Oggi assistiamo al contrario: lo scandalo emerge per la denuncia di privati. Che Giuliana Fontanella ringrazia. E non per scherzo.
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