Troppi rumori, Orsoni non cede su Campo Santa Margherita
Resta la chiusura anticipata decisa dal Comune. La protesta degli esercenti: «Provvedimento punitivo, non ci stiamo: ricorreremo al Tar»
Alberto Vitucci
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VENEZIA. L'ordinanza resta in vigore. Con una «tolleranza» di mezz'ora sulla chiusura effettiva dei locali e un impegno a verificarne l'efficacia tra 15 giorni, visti i risultati delle nuove analisi dell'Arpav sui rumori. Il sindaco Giorgio Orsoni apre alle richieste degli esercenti di campo Santa Margherita. Assicura «attenzione e interessamento» per le loro richieste, a cominciare dal lavaggio serale del campo e dai maggiori controlli. Ma sulla chiusura anticipata non fa marcia indietro. Rientrato di corsa dalle ferie il sindaco ha ricevuto ieri pomeriggio alle 16 in municipio una nutrita e arrabbiata delegazione di esercenti del campo, guidati dal loro portavoce Paolo Friselle, dal presidente dell'Aepe Elio Dazzo e dal segretario Ernesto Pancin. Li ha ascoltati attento, poi ha attaccato: «Questa ordinanza è stata una scelta obbligata. Avevamo un'inchiesta della Procura, rilievi dell'Arpav e un giudice amministrativo che ci dice che dobbiamo prendere provvedimenti uguali per tutti».
«In campo Santa Margherita», ha scandito il sindaco, «si è accumulato negli anni un carico antropico eccessivo che determina l'invibilità del sito. Come sindaco ho il dovere di prendere dei provvedimenti. Sono a favore di una città di giovani ma devo anche tutelare la salute e la quiete dei cittadini nelle ore notturne». «Questo provvedimento è punitivo solo nei nostri confronti, non siamo noi i responsabili del rumore le chiediamo di ritirare l'ordinanza», ha replicato Paolo Friselle, a nome degli esercenti. Altri hanno chiesto controlli anche in altre zone, a cominciare da San Barnaba e dall'Erberia. «Se chiudiamo noi i giovani vanno dalle altre parti». Sebastiano Costalonga, consigliere comunale del Pdl e titolare di un bar a Santa Margherita, ha accusato l'amministrazione di prendersela con la categoria. «Perché non andate a controllare il rumore anche delle navi a Santa Marta?». «Lo faremo», ha risposto il sindaco. Gli esercenti hanno letto uno studio alternativo in cui contestano i dati Arpav. «Di giorno ci sono 50 decibel, di notte 60, il rumore lo fanno anche i cani, i bambini e il pescivendolo. E gli ubriachi le bottiglie se le portano da casa».
Ma Orsoni ha tirato dritto. «Posso assicurarvi che vedremo di declassare l'area da zona 3 a 4», ha detto, «ma di notte le soglie vengono superate lo stesso». Altre «aperture» riguardano il lavaggio serale del campo e i maggiori controlli. Ma agli esercenti non basta. «Il problema esiste e va affrontato», ha insistito il sindaco. Arrivando ad annunciare un possibile «ritiro delle licenze in eccesso». Alla fine il compromesso. «Studieremo con la Polizia municipale le modalità della chiusura», ha concluso il sindaco. Significa appunto la mezz'ora di tolleranza, dopo che a mezzanotte sarà sospesa la vendita delle bevande e dei cibi. Ma agli esercenti non basta. «Qualcosa faremo», annuncia Friselle, «a cominciare dal ricorso al Tar. Ci hanno preso in giro».
«In campo Santa Margherita», ha scandito il sindaco, «si è accumulato negli anni un carico antropico eccessivo che determina l'invibilità del sito. Come sindaco ho il dovere di prendere dei provvedimenti. Sono a favore di una città di giovani ma devo anche tutelare la salute e la quiete dei cittadini nelle ore notturne». «Questo provvedimento è punitivo solo nei nostri confronti, non siamo noi i responsabili del rumore le chiediamo di ritirare l'ordinanza», ha replicato Paolo Friselle, a nome degli esercenti. Altri hanno chiesto controlli anche in altre zone, a cominciare da San Barnaba e dall'Erberia. «Se chiudiamo noi i giovani vanno dalle altre parti». Sebastiano Costalonga, consigliere comunale del Pdl e titolare di un bar a Santa Margherita, ha accusato l'amministrazione di prendersela con la categoria. «Perché non andate a controllare il rumore anche delle navi a Santa Marta?». «Lo faremo», ha risposto il sindaco. Gli esercenti hanno letto uno studio alternativo in cui contestano i dati Arpav. «Di giorno ci sono 50 decibel, di notte 60, il rumore lo fanno anche i cani, i bambini e il pescivendolo. E gli ubriachi le bottiglie se le portano da casa».
Ma Orsoni ha tirato dritto. «Posso assicurarvi che vedremo di declassare l'area da zona 3 a 4», ha detto, «ma di notte le soglie vengono superate lo stesso». Altre «aperture» riguardano il lavaggio serale del campo e i maggiori controlli. Ma agli esercenti non basta. «Il problema esiste e va affrontato», ha insistito il sindaco. Arrivando ad annunciare un possibile «ritiro delle licenze in eccesso». Alla fine il compromesso. «Studieremo con la Polizia municipale le modalità della chiusura», ha concluso il sindaco. Significa appunto la mezz'ora di tolleranza, dopo che a mezzanotte sarà sospesa la vendita delle bevande e dei cibi. Ma agli esercenti non basta. «Qualcosa faremo», annuncia Friselle, «a cominciare dal ricorso al Tar. Ci hanno preso in giro».
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