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A Venezia i saldi parlano cinese e russo

Viaggi speciali dall'oriente, nelle boutique pubblicità anche in cirillico

Manuela Pivato
2 minuti di lettura
L’annuncio dei saldi in russo in un negozio nelle Mercerie 
VENEZIA. I saldi parlano russo, tanto russo, e tantissimo cinese. Arrivano comunque dall'Est, un po' vicino o molto più lontano, i turisti che stanno affollando le boutique del centro storico nei primi, invoglianti, giorni di svendite di fine stagione. In Cina i tour operator hanno fatto le cose alla grande organizzando mini-vacanze in laguna di tre giorni per dare la possibilità di accaparrarsi la borsa firmata a metà prezzo e visitare Piazza San Marco in un colpo solo. Le cinesi - soprattutto quelle under 50 - non si sono fatte pregare e sono arrivate a frotte con la lista della spesa in mano. Tre Vuitton, due Prada, qualche Gucci, un tocco di Hérmes e tutto quello che profuma di occasione e ci sta in valigia.

«Sono quasi tutte donne, arrivano, stanno qui tre giorni per i saldi e ripartono - spiega il presidente di Confesercenti Piergiovanni Brunetta - comprano per sè e per le amiche, soprattutto articoli di pelletteria e abbigliamento». Il fenomeno Cina non è isolato. Lo accompagna e lo sostiene il fenomeno Russia da dove ancora non organizzano charter per lo shopping di fine stagione ma poco ci manca. I russi - sarebbe meglio dire le russe - sono la vera rivelazione di quest'estate e, a differenza dei cinesi, hanno una maggiore capacità di spesa che a volte sfiora il no-limits. Alcuni negozianti si sono subito adeguati e hanno incominciato a reclamizzare gli sconti anche in cirillico. Un anticipo consistente dello sbarco dei russi in grande stile lo si era avuto durante la Biennale di Arti Visive, quando le boutique di calle Vallaresso, campo San Moisè e via XXII Marzo erano state invase da un esercito di stangone più o meno ossigenate a caccia di abiti, sandali non esattamente da educanda e borse. Russi nei negozi grandi firme, nei risoranti alla moda, a bordo di yacht grandi come ville, negli alberghi a cinque stelle. Russi che giravano intorno alla mostra alla Casa dei Tre Oci e che qualcuno temeva persi una volta finita la settimana di vernice. Invece i russi non hanno deluso e, dopo l'arte, sono ritornati per le svendite estive.

I negozianti più accorti non si sono lasciati scappare la novità e, a fianco delle scritte in inglese, francese e spagnolo, hanno aggiunto quella in cirillico. Un po' per i russi, un po' per i cinesi, un po' per tutti gli altri turisti che in questi giorni stanno intasando la città, i saldi stanno andando benino con un aumento del 10% rispetto ai primi giorni di sconti dell'anno scorso. Ancora niente da fare, invece, per il ritorno degli americani che le categorie economiche attendono ormai da anni. «Non ci sono, non c'è proprio la loro presenza fisica - fa notare ancora Brunetta - un po' per la crisi e un po' perchè forse non siamo riusciti a riprenderceli».

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