Cura sbagliata, ballerina risarcita
L'Asl 14 pagherà 150 mila euro, ballava il tango ora ha bisogno della badante
Giorgio Cecchetti
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VENEZIA. Le piaceva la vita mondana, frequentava feste in mezzo mondo e soprattutto ballava, era una abile ballerina di tango. Adesso non solo non danza più, ma nemmeno riesce ad attraversare i ponti e ha dovuto cambiare casa. Questo per una cura sbagliata all'orecchio, che le ha provocato la perdita dell'equilibrio. Il Tribunale ha condannato l'Asl e il medico a risarcirla con 150 mila euro. Il giudice veneziano Maura Caprioli al quale si è rivolto l'avvocato Massimo Dragone, legale della veneziana A.R., ha riconosciuto la responsabilità dell'otorinolaringoiatra T.S. dell'ospedale di Piove di Sacco e dell'Usl 14, che dovranno risarcire la signora, che per tutta la vita dovrà essere assistita da una bandante non solo per uscire di casa, ma anche per camminare all'interno della sua abitazione.
Questi i fatti. Nell'ottobre 2002 A.R. si rivolse ad un otorino dell'ospedale di Piove perchè soffriva di saltuari episodi di vertigini, mal di testa ed altri disturbi, per la verità non gravissimi, tanto da permettere di svolgere una vita quasi normale, ma sicuramente fastidiosi. Prima della terapia la signora aveva una vita sociale molto intensa - spiega il suo legale, l'avvocato Dragone - in quanto frequentava attori del cinema, famosi ballerini e anche una duchessa spagnola che spesso la ospitava nella sua residenza. Tutto questo cessava completamente in seguito al ricovero a Piove di Sacco. L'otorino, infatti, l'avrebbe sottoposta ad una terapia errata, senza nemmeno informarla adeguatamente dei rischi e degli effetti collaterali della cura, che alla fine le avrebbe causato la distruzione del vestibolo dell'orecchio con la conseguente perdita dell'equilibrio e la quasi completa capacità di camminare da sola.
Il giudice Caprioli, prima di emettere la sentenza, ha affidato una perizia tecnica a due medici, che alla fine avrebbero accertato alcune negligenze da parte dei sanitari dell'ospedale padovano: la diagnosi errata, la cura sbagliata e l'omessa informazione alla paziente. «Ritengo che il Tribunale di Venezia abbia fatto giustizia - commenta l'avvocato Massimo Dragone - in questo caso di malasanità, anche perchè è stato valorizzato correttamente il problema della perdita dell'autosufficienza in cui si è venuta a trovare la mia cliente, che ora è costretta ad essere assistita per alcune ore da un banadante». Tra i 150 mila euro di danni, infatti, ci sono 80 mila euro liquidati per il costo dell'assistenza che dovrà sostenere nel futuro.
Questi i fatti. Nell'ottobre 2002 A.R. si rivolse ad un otorino dell'ospedale di Piove perchè soffriva di saltuari episodi di vertigini, mal di testa ed altri disturbi, per la verità non gravissimi, tanto da permettere di svolgere una vita quasi normale, ma sicuramente fastidiosi. Prima della terapia la signora aveva una vita sociale molto intensa - spiega il suo legale, l'avvocato Dragone - in quanto frequentava attori del cinema, famosi ballerini e anche una duchessa spagnola che spesso la ospitava nella sua residenza. Tutto questo cessava completamente in seguito al ricovero a Piove di Sacco. L'otorino, infatti, l'avrebbe sottoposta ad una terapia errata, senza nemmeno informarla adeguatamente dei rischi e degli effetti collaterali della cura, che alla fine le avrebbe causato la distruzione del vestibolo dell'orecchio con la conseguente perdita dell'equilibrio e la quasi completa capacità di camminare da sola.
Il giudice Caprioli, prima di emettere la sentenza, ha affidato una perizia tecnica a due medici, che alla fine avrebbero accertato alcune negligenze da parte dei sanitari dell'ospedale padovano: la diagnosi errata, la cura sbagliata e l'omessa informazione alla paziente. «Ritengo che il Tribunale di Venezia abbia fatto giustizia - commenta l'avvocato Massimo Dragone - in questo caso di malasanità, anche perchè è stato valorizzato correttamente il problema della perdita dell'autosufficienza in cui si è venuta a trovare la mia cliente, che ora è costretta ad essere assistita per alcune ore da un banadante». Tra i 150 mila euro di danni, infatti, ci sono 80 mila euro liquidati per il costo dell'assistenza che dovrà sostenere nel futuro.
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