Pontile per maxi-yacht a San Marco
Il Porto concede 2.500 metri quadrati di acqua. Orsoni: «Non sono d'accordo». La richiesta è della società «Venice Yacht Pier srl», con sede nel Fabbricato 17 di Santa Marta, a due passi dall'Autorità portuale
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VENEZIA. Un nuovo grande pontile privato in mezzo al Bacino di San Marco. Cinquanta metri di passerella in Riva Schiavoni e un'area di 2.500 metri quadrati affidata in concessione alla società degli yacht. Un nuovo sasso arriva nelle acque della politica lagunare. A lanciarlo è ancora una volta l'Autorità portuale, l'ente diretto dall'ex sindaco Paolo Costa con cui il Comune ha in piedi numerosi contenziosi.
Stavolta la novità riguarda la creazione di un pontile di dimensioni considerevoli, il primo di queste genere sulle acque davanti alla Riva degli Schiavoni. «Il Comune non ne sa nulla», commenta piuttosto contrariato il sindaco Giorgio Orsoni, «E' un'ipotesi che non condividiamo e che suscita grande perplessità».
Tutto nasce dalla domanda presentata nell'agosto scorso "perfezionata il 12 gennaio" dalla società «Venice Yacht Pier srl», con sede nel Fabbricato 17 di Santa Marta, a due passi dall'Autorità portuale. I privati chiedono di avere in concessione dal Porto, che decide sull'assegnazione delle acque demaniali, «uno specchio acqueo di 2.430 metri quadrati (54 per 45) a Venezia in bacino San Marco, lungo Riva degli Schiavoni in vicinanza del ponte Ca' di Dio, allo scopo di posizionarvi un pontile di 54 metri per quattro metri e mezzo e realizzarvi due ormeggi per yacht».
L'istruttoria è andata avanti, affidata all'ufficio «Valorizzazione Beni Demaniali» creato dal Porto. Così ieri il presidente Paolo Costa ha firmato l'avviso pubblico, obbligatorio per legge quando si tratta di assegnare ai privati aree di proprietà dello Stato. Con toni ultimativi si «diffida coloro che potessero avervi interesse a presentare per iscritto all'Autorità portuale entro il perentorio termine di 30 giorni le osservazioni a tutela dei loro eventuali legittimi diritti».
Insomma, se nessuno farà opposizione, come per i matrimoni, l'acqua andrà allo Yacht club. L'ennesima sorpresa nella gestione delle acque demaniali dopo la nascita di nuovi pontili (alle Zattere), piattaforme per bar e ristoranti, aree precluse alle imbarcazioni. E poi gli aumenti delle tariffe e dei canoni triplicati per l'ormeggio delle barche da lavoro in Porto. Ma anche l'uso delle aree industriali, e delle banchine, i progetti di trasferimento del Mercato ittico dal Tronchetto a Fusina.
Il progetto di nuovo pontile in Riva degli Schiavoni potrebbe introdurre un precedente e la modifica definitiva di un paesaggio già in parte compromesso. Fino ad oggi, fanno notare gli abitanti della zona Riva Schiavoni, gli yacht utilizzavano per l'ormeggio la Riva Sette Martiri. Adesso poco più in là, in mezzo al traffico dei vaporetti, agli imbarcaderi Actv e ai pontili dei GranTurismo, potrebbe arrivare il nuovo pontile per superyacht. Un traffico senz'altro preferibile alle grandi navi a San Marco, ma che in questo caso potrebbe appropriarsi di una notevole superficie di acqua «pubblica». Un tema del federalsimo demaniale. Ma invece di aumentare
le sue competenze, il Comune si vede ogni giorno sottrarre porzioni di terra e acqua gestite da altri enti dello Stato come il Porto e il Magistrato alle Acque.
Stavolta la novità riguarda la creazione di un pontile di dimensioni considerevoli, il primo di queste genere sulle acque davanti alla Riva degli Schiavoni. «Il Comune non ne sa nulla», commenta piuttosto contrariato il sindaco Giorgio Orsoni, «E' un'ipotesi che non condividiamo e che suscita grande perplessità».
Tutto nasce dalla domanda presentata nell'agosto scorso "perfezionata il 12 gennaio" dalla società «Venice Yacht Pier srl», con sede nel Fabbricato 17 di Santa Marta, a due passi dall'Autorità portuale. I privati chiedono di avere in concessione dal Porto, che decide sull'assegnazione delle acque demaniali, «uno specchio acqueo di 2.430 metri quadrati (54 per 45) a Venezia in bacino San Marco, lungo Riva degli Schiavoni in vicinanza del ponte Ca' di Dio, allo scopo di posizionarvi un pontile di 54 metri per quattro metri e mezzo e realizzarvi due ormeggi per yacht».
L'istruttoria è andata avanti, affidata all'ufficio «Valorizzazione Beni Demaniali» creato dal Porto. Così ieri il presidente Paolo Costa ha firmato l'avviso pubblico, obbligatorio per legge quando si tratta di assegnare ai privati aree di proprietà dello Stato. Con toni ultimativi si «diffida coloro che potessero avervi interesse a presentare per iscritto all'Autorità portuale entro il perentorio termine di 30 giorni le osservazioni a tutela dei loro eventuali legittimi diritti».
Insomma, se nessuno farà opposizione, come per i matrimoni, l'acqua andrà allo Yacht club. L'ennesima sorpresa nella gestione delle acque demaniali dopo la nascita di nuovi pontili (alle Zattere), piattaforme per bar e ristoranti, aree precluse alle imbarcazioni. E poi gli aumenti delle tariffe e dei canoni triplicati per l'ormeggio delle barche da lavoro in Porto. Ma anche l'uso delle aree industriali, e delle banchine, i progetti di trasferimento del Mercato ittico dal Tronchetto a Fusina.
Il progetto di nuovo pontile in Riva degli Schiavoni potrebbe introdurre un precedente e la modifica definitiva di un paesaggio già in parte compromesso. Fino ad oggi, fanno notare gli abitanti della zona Riva Schiavoni, gli yacht utilizzavano per l'ormeggio la Riva Sette Martiri. Adesso poco più in là, in mezzo al traffico dei vaporetti, agli imbarcaderi Actv e ai pontili dei GranTurismo, potrebbe arrivare il nuovo pontile per superyacht. Un traffico senz'altro preferibile alle grandi navi a San Marco, ma che in questo caso potrebbe appropriarsi di una notevole superficie di acqua «pubblica». Un tema del federalsimo demaniale. Ma invece di aumentare
le sue competenze, il Comune si vede ogni giorno sottrarre porzioni di terra e acqua gestite da altri enti dello Stato come il Porto e il Magistrato alle Acque.
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