Olga Blumenthal, da Ca’ Foscari al campo di sterminio

VENEZIA
A gennaio del 2018 è stata posta una pietra d’inciampo di fronte al portale di ingresso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si intendeva, così. ricordare Olga Blumenthal (1873-1945), professoressa di Tedesco arrestata il 30 ottobre 1944, deportata e uccisa a Ravensbrück. Ma chi era Blumenthal, una delle prime donne a insegnare nell’Università veneziana? Sulle sue tracce si è sviluppata la ricerca di Emilia Peatini, talvolta con scoperte inattese, come quella di una cartolina inviata a Olga e messa in vendita da un antiquario online o il baule con suoi libri e diari, scoperto in soffitta dal figlio dei nuovi proprietari del palazzo dove aveva abitato la famiglia Blumenthal.
Ne è nato un libro “Olga Blumenthal - Storie di una famiglia e di una vita” (Cierre edizioni) che ricostruisce, accanto alla vita della sfortunata Olga, l’origine veneziana della sua famiglia da quando nel 1820 i nonni paterni arrivarono a Venezia dalla Baviera, seguendo poi i Blumenthal nel loro processo di emancipazione e di integrazione nell’élite della città già nel corso della generazione successiva, sullo sfondo degli eventi della grande storia tra Ottocento e Novecento.
«In questo privilegiato contesto familiare», si legge nella nota che accompagna il volume, «la figura di Olga acquista spessore non solo come insegnante e intellettuale, ma anche come donna segnata dalla condizione femminile del suo tempo e del suo censo, dalla religione ebraica che pure ripudiò nella maturità convertendosi al cattolicesimo, e come moglie dell’eclettico professor Gilberto Secrétant». Fino all’orrore del nazifascismo.
Il libro sarà presentato domani, martedì 18 gennaio, alle 17, nella sede della municipalità di Venezia (Castello 5065/i). Con l’autrice dialogheranno Stefania Bertelli e Roberta De Rossi. Ingresso libero, obbligo di Green pass rinforzato e mascherina. —
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