Finalmente d’accordo pubblico e critica
Venezia74 per la prima volta dopo molti anni ha messo d’accordo pubblico e critica, mostrando che non serve mortificare lo spettatore con film quaresimali per volare alto. Con “The Shape of Water”...
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Venezia74 per la prima volta dopo molti anni ha messo d’accordo pubblico e critica, mostrando che non serve mortificare lo spettatore con film quaresimali per volare alto. Con “The Shape of Water” - storia d’amore impossibile tra una giovane muta, addetta alle pulizie, e un mutante imprigionato in una base americana - la giuria ha voluto esaltare una forma di fantasia cinematografica che racchiude molti altri generi. E rinnovare il mito più antico e longevo del cinema: farci sognare. Poi si può sorridere alla curiosa coincidenza tra la nazionalità dei vincitori del Leone d’oro, dell’Opera prima e di Orizzonti con quella dei presidenti delle rispettive giurie. Una pura casualità è sempre meglio di una stretta casualità. Ma il verdetto non grida vendetta: la Coppa Volpi a Charlotte Rampling, anche se suona come un omaggio complessivo alla sua arte, è condivisibile al pari di quella a Kamel El Basha, attore libanese esordiente di “The Insult”. Giusto il Gran Premio a “Foxtrot” di Samuel Maoz che ha rischiato di bissare il Leone d’oro vinto con “Lebanon” nel 2009. L’unico eccessivo è il Leone d’argento per la miglior regia a Xavier Legrand per “Jusqu’à la garde”, anche Leone opera prima. Ciò ha penalizzato “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”, candidato al Leone più prezioso e premiato “solo” per la sceneggiatura. Per la prima volta da molti anni non vi sono state opere scadenti, il concorso è stato di una qualità media superiore alle passate edizioni, ma, quel che più conta, il cinema italiano non ha sfigurato. È ancora presto per dire che ci stiamo risollevando, ma qualcosa c’è, anche nella volontà di investire in progetti internazionali, rafforzati dalla presenza di grandi attori che hanno nobilitato film imperfetti, ma apprezzabili. Venezia74 ha saputo guardare oltre i suoi schermi, con i temi più ricorrenti delle società odierne, la vecchiaia, la famiglia, i migranti, la virtualità. L’augurio è che questi film trovino distribuzione e vengano visti dal grande pubblico.
Michele Gottardi
Michele Gottardi
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