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Quelli che lasciano i bambini soli con uno smartphone

Quelli che lasciano i bambini soli con uno smartphone
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Quando prima di Natale si è saputo che una commissione di inchiesta parlamentare aveva concluso un'indagine sul rapporto fra smartphone e giovani, dicendo che i telefonini sono come la cocaina e che i ragazzi sono decerebrati, mi sono chiesto in che Paese viviamo. E in quale secolo.

Non che sottovaluti i rischi della rivoluzione digitale, ma non è spargendo panico che si può educare a un uso più consapevole e responsabile. E allora in vista del Safer Internet Day, la Giornata mondiale della Sicurezza su Internet, che si celebra oggi in un centinaio di Paesi, ho chiesto a un istituto di ricerca (SWG) di dirmi tutto sul rapporto che abbiano con gli smartphone, non solo i giovani, ma anche noi adulti.

Ne è emersa la centralità assoluta di questo strumento nelle nostre vite, il suo ruolo indispensabile per informarsi, fare acquisti, lavorare, imparare. Da qui il disagio all’idea di farne a meno, ma anche la consapevolezza di tutti che un uso più moderato (spegnerlo qualche volta, filtrare notifiche e telefonate) ci migliorerebbe la vita. A tutti, non solo ai giovani.

Più delicata la questione dei bambini: 3 su 4 lo usano quando hanno fra 6 e 9 anni. Si tratta di un numero enorme, che si accompagna al fatto che troppi genitori, tra il 20 e il 30%, dichiarano di lasciare il cellulare ai figli piccoli senza alcun controllo, senza esercitare alcuna vigilanza. Telefono Azzurro chiede di alzare l’età minima per stare su Internet a 16 anni (oggi è a 13). E il Garante della Privacy propone di imporre alle grandi piattaforme digitali un controllo reale dell’età degli utenti. Non sono convinto che sia la strada giusta, ma se ne parlerà.

Io credo che il problema vada intanto ricondotto dentro le famiglie: spetta soprattutto ai genitori gestire questa fase delicata della crescita dei ragazzi: ci sono diversi strumenti per controllare sugli smartphone dei nostri figli piccoli il tempo, gli orari, il tipo di siti visitati, le app usate e i contatti. Lasciarli da soli su Internet quando sono ancora bambini è come lasciarli da soli in una piazza che non conoscono e poi lamentarsi con la polizia se gli capita qualcosa.