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Tre astronauti europei sulla Luna: la collaborazione fra Esa e Nasa si rafforza

Tre astronauti europei sulla Luna: la collaborazione fra Esa e Nasa si rafforza
(afp)
Anche la situazione in Ucraina non sta compromettendo le operazioni in orbita, dove la collaborazione fra Houston e Mosca è solida e funzionale
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Tre astronauti europei a bordo del Gateway, la stazione in orbita cislunare già in sviluppo (anche in Italia), un accordo quadro per un partenariato strategico nella scienza del sistema terrestre e il supporto statunitense alla missione ExoMars, diretta su Marte e originariamente concepita come una collaborazione russo-europea. Un supporto, alla luce della situazione internazionale, che potrebbe salvare la missione dalla definitiva cancellazione. E poi la possibilità, per quanto ancora senza una data precisa, di vedere le prime “impronte europee sulla Luna”.

Questi i fatti salienti della partnership fra la Nasa e l’Agenzia spaziale europea emersi poche ore fa in una conferenza stampa all’Estec, a seguito del Consiglio dell’Esa ospitato nei Paesi Bassi da ieri. Alla presenza del direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher, della council chair Anna Rathsman, dell’amministratore della Nasa, Bill Nelson, e della sua vice, l’ex astronauta Pamela Melroy, è stato ribadito come il legame fra Stati Uniti ed Europa sia, oltre il cielo, “più forte che mai. E andrà intensificandosi” ha più volte ripetuto Aschbacher.

Dal James Webb Telescope, l’osservatorio spaziale più grande (e costoso) mai costruito, lanciato lo scorso 25 dicembre in orbita, al programma lunare Artemis, che nel 2025 dovrebbe portare la prima donna (americana) e il prossimo uomo sulla superficie selenica; dal coinvolgimento di aziende private fino all’osservazione della Terra, gli ambiti evocati durante la conferenza come quelli dell’effettiva concretizzazione della collaborazione euro-statunitense sono stati diversi. A partire dalle scienze della Terra: le due agenzie intendono guidare una risposta globale ai cambiamenti climatici, attraverso il monitoraggio del nostro Pianeta con sforzi congiunti nelle osservazioni, nella ricerca e nelle applicazioni. Senza precedenti, la partnership strategica stabilisce lo standard per la futura collaborazione internazionale e garantisce che i dati satellitari ricavati dall’osservazione terrestre vengano utilizzati al meglio. I temi includono i sistemi di osservazione per garantire monitoraggi costanti, la collaborazione sulla politica e lo sfruttamento delle informazioni. “Con la leadership su entrambe le sponde dell'Atlantico più impegnate che mai ad affrontare questo problema” ha commentato Aschbacher, “l'Esa e la Nasa hanno un'opportunità storica e ulteriore per rendere lo spazio una parte integrante della soluzione quando si tratta di mitigazione del cambiamento climatico”.

“Siamo orgogliosi di essere stati invitati al Consiglio Esa” hanno risposto Nelson e Melroy “e siamo qui per ribadire che la nostra collaborazione con l’Esa è e sarà sempre più solida, rinnovando un rapporto già siglato nel 2010”. Dichiarazioni formali a parte, si è discusso della possibilità che il primo astronauta europeo in assoluto metta piede sulla Luna – “lo spazio è complesso” ha commentato Nelson interrogato sulla questione, “possiamo garantire fin d’ora che succederà, ma oggi sarebbe prematuro confermare in quale missione gli europei scenderanno sulla superficie lunare” -, quindi si è riconosciuto il ruolo dell’Esa nella costruzione del Gateway, cui l’Europa contribuisce realizzando l’Esprit Refueling Module e il modulo abitabile I-Hab, e in quella di un sistema satellitare per la comunicazione e la navigazione lunare. “Il nostro rapporto punta oltre la prossima frontiera”, ha aggiunto Aschbacher evocando Mars Sample Return, la missione che permetterà, all’inizio del prossimo decennio, di riportare sulla Terra preziosi campioni di roccia marziana.

Inevitabile, tuttavia, non intravedere nell’invito dei dirigenti Nasa al Consiglio Esa e nella conferenza stampa anche la volontà di ribadire un’alleanza spaziale dai sottotesti politici molto, molto terrestri.

“La collaborazione degli astronauti in orbita, Samantha Cristoforetti compresa, con i cosmonauti russi dimostra una eccezionale professionalità” ha voluto chiarire Nelson “anche quella fra i centri di controllo della Stazione spaziale internazionale, a Houston e a Mosca, non sta subendo alcuna conseguenza e questo nonostante la drammatica situazione in Ucraina”.

Una situazione che “ha ripercussioni in gran parte dei nostri programmi” ha comunque precisato Aschbacher, ricordando proprio lo stop subito da ExoMars, la cui partenza era prevista a settembre. Non solo nel caso della missione marziana, alla Russia era infatti deputata parte dell’approvvigionamento tecnologico e dei materiali, oltre che diversi lanci con le Soyuz dallo spazioporto europeo di Kourou.

“Per questo sono in corso di definizione nuove collaborazioni, con l’obbiettivo di mitigare le conseguenze della guerra e onorare agende e impegni”. Per esempio, appunto, ancora la missione marziana, cui l’Esa lavora da oltre dieci anni: "Nell'approfondire la nostra partnership nell'esplorazione del Pianeta Rosso”, ha quindi rassicurato Nelson “la Nasa sta determinando il modo migliore per supportare i nostri amici europei nella missione ExoMars". Nel frattempo, le due agenzie continueranno a lavorare insieme per perfezionare l'architettura di Mars Sample Return. "Nel complesso, vogliamo ottenere il miglior ritorno scientifico dai nostri investimenti collettivi, su entrambe le sponde dell'Atlantico" ha detto Aschbacher.

Gli Stati membri dell'Esa discuteranno ulteriormente la via da seguire per Rosalind Franklin, il rover di ExoMars, durante la riunione del Consiglio di luglio. Inoltre, il debutto dei nuovi lanciatori europei, l’Ariane 6, entro la fine dell’anno prossimo, e il Vega C, il 7 luglio, permetteranno di colmare parte del momentaneo forfait russo. “Da questa crisi usciremo più forti che mai” ha chiosato Aschbacher, “punteremo a una maggiore autonomia, onorando comunque il nostro ruolo di partner affidabili. Di questo parleremo nel Consiglio dei paesi membri, previsto il prossimo novembre”.